Speciale Daniele Mencarelli: Diciotto luglio novantatré – ita/eng/espa

Oggi, 26 aprile 2024, la redazione di Laboratori Poesia celebra il 50° genetlìaco di Daniele Mencarelli, scrittore che torna a licenziare un libro di versi a distanza di diversi anni, dopo un felice esordio in prosa. Lo speciale dedicato si articola nella recensione di Caterina Golia a Degli amanti non degli eroi (Mondadori, 2024, QUI) con alcune foto da lei scattate alla presentazione del libro presso la Mondadori di Velletri il 15 marzo 2024 (presentazione a cura di Daniele Dibennardo), in un’intervista a cura di Fabio Barone (QUI), in una seconda intervista curata in classe da Rocío Bolaños ed effettuata da Fabio Barone che riporta le domande dei ragazzi di seconda Liceo Scientifico B. Pascal di Busto Arsizio (che in classe hanno approfondito La Casa degli Sguardi e altre opere selezionate, QUI), e infine nella presente e tradizionale traduzione con commento di alcuni testi a cura di Rocío Bolaños in spagnolo e Andrea Carloni in inglese.

La Redazione

 
 
Diciotto luglio novantatré
 
Diciotto luglio novantatré
cristallo di sale brilli
succhiato dolce alla saliva
brucia l’acqua che ci bagna
sulla riva ti addormenti inanimata
sei di una pace che spaventa.
L’immaginazione sia maledetta.
Stravolge donandoti alla vista
non bella addormentata sulla spiaggia
ma seccata morta senza vita,
buona per i vermi che ti scavano
una porta murata invece della bocca,
alla fine piangere d’immaginazione
pregare la testa di finirla,
poi ecco compiersi il miracolo,
tra i vivi torni lentamente
come niente mi sorridi
tu stessa sorpresa dal tuo sonno
dai miei occhi salati liquidi.
Per vergogna accusare il sole,
è lui a farli lacrimare.
 
 
 
 
July eighteenth ninety-three
 
July eighteenth ninety-three
salt crystal shine
sucked saliva sweet
burns the water that bathes us
on the shore you fall asleep inanimate
frightening is this peace of yours.
Imagination be damned.
It overwhelms by giving you to sight
not sleeping beauty on the beach
but dried up lifeless dead,
good for worms that dig for you
a walled door instead of your mouth,
finally crying for imagination
begging your head to quit,
then the miracle is accomplished,
among the living you slowly come back
like nothing you smile at me
you yourself caught by your sleep
by my liquid salty eyes.
Out of shame blaming the sun,
it’s he who makes them cry.
 
 
 
 
Dieciocho de julio del noventa y tres
 
dieciocho de julio del noventa y tres
cristal de sal centelleante
chupado dulce a la saliva
quema el agua que nos baña
en la orilla te duermes inanimada
con una paz que asusta.
Maldita sea la imaginación.
Abruma dándote a la vista
no a la bella durmiente en la playa
sino seca muerta sin vida,
buena para los gusanos que te cavan
una puerta tapiada en vez de tu boca,
al fin llorar por la imaginación
suplicarle a la cabeza que acabe
entonces ocurre el milagro,
entre los vivos vuelves lentamente
como si nada me sonries
tú misma sorprendida de tu sueño
de mis ojos acuosos salados.
Por vergüenza acuso al sol
es él quien los hace llorar.
 
 
 
 
 
 
Una paralisi
 
Una paralisi
mi schiaccia nel mio angolo,
il sudore
              scorre sui vestiti
brucia
negli occhi come acido,
una voce
mi risveglia dal terrore,
è Nettuno che pretende il mio intervento,
Mercurio intanto singhiozza
                            ed il fiatone
gli esplode di continuo nei polmoni.
Guardo Marte
il suo collo viola
gli occhi spalancati
              ricolmi di nulla.
Nettuno si alza
mi sovrasta
finalmente conosco la sua voce
bassa dal sapore di comando.
 
 
 
 
A paralysis
 
A paralysis
crushes me in my corner,
sweat
              running down my clothes
burning in my eyes like acid,
a voice
awakens me from terror,
it is Neptune who demands my intervention,
Meanwhile Mercurio is sobbing
                            and his breath
constantly explodes in his lungs.
I look at Mars
his purple neck
his eyes wide open
              filled with nothing.
Neptune rises
looms over me,
finally I know his low
voice that tastes of command.
 
 
 
 
Una parálisis
 
Una parálisis
me aplasta en mi rincón,
el sudor
              se desliza por mi ropa
quema
mis ojos cual ácido,
una voz
me despierta del terror,
es Neptuno quien exige mi intervención,
Mercurio mientras tanto solloza
                            y su aliento
estalla continuamente en sus pulmones.
Miro a Marte
su cuello morado
sus ojos muy abiertos
              repletos de nada.
Neptuno se levanta
se eleva sobre mí
por fin conozco su voz
baja con sabor a mando.
 

da Degli amanti non degli eroi (Mondadori, 2024) di Daniele Mencarelli

 
 

La realtà costruita dalle parole di Mencarelli ha il potere di sconvolgere ciò che è tralasciato nel presente, riportando risonanza alle voci che esplorano la quotidianità, a volte specchio del degrado umano, senza rinunciare alla possibilità dello straordinario. Ritroviamo ancora una volta una molteplicità di significati che proiettano verso un territorio intimo l’autenticità con cui si cerca di rendere conto, illuminandoli, dei meccanismi in azione sul mondo contemporaneo, attraverso i quali si possa continuare a confidare in un dono totale di sé.

I testi scelti sono una piccola dimostrazione di come la poesia possa essere scritta non per compiacere l’io, tantomeno per assecondarlo, ma bensì per addentrarsi nell’esperienza dell’immaginario contrastante della vita. La narrazione delle storie arricchisce la lettura, porta alla visione di una radiografia del mondo in cui viviamo, alla rete di vicissitudini e a certi aspetti significativi di cui attraverso la poesia si può parlare: “L’immaginazione sia maledetta” “alla fine piangere d’immaginazione / pregare la testa di finirla”.

Una voce coinvolta pienamente nell’amore, ma in modo diverso, isola l’esperienza, essendo la parte più complicata e così, tenendo presente che la mente è frammentaria e in qualche modo soggettiva, la proporzione degli stati emotivi complessi confluisce con lo sconcerto, il disorientamento e la percezione della realtà: “ Una paralisi / mi schiaccia nel mio angolo”. Le immagini utilizzate enfatizzano la dicotomia del vivere: “brucia l’acqua che ci bagna”, l’oppressione dell’individuo e la lotta per uscire dalla sofferenza: “una voce / mi risveglia dal terrore”.

Ogni lettore arriverà a una scoperta e anche a delle domande a fine lettura: Come si valuta la realtà? Cosa si sta sovravalutando e cosa si sta abbandonando? Chi sono gli inascoltati? Qual è la vera lotta? Si tratta di poesia con una fine ambiziosa, ossia il confronto con ciò che è autodistruttivo, e non ci possono essere compromessi, vi è la possibilità di sottoporre la realtà.

Traduzione e commento di Andrea Carloni (inglese) e Rocío Bolaños (spagnolo).

 
 
Fonte della foto in copertina:
https://altreconomia.it/daniele-mencarelli-il-bisogno-di-una-salvezza-sociale/