Continua da Manuale tragicomico per sopravvivere ai poeti – e una buona poesia .9
Temo d’essere diventato troppo serio in questa lettera. Torniamo allora ai poeti e a una loro prerogativa.
I poeti sono litigiosi.
Molti di loro hanno addirittura una nemesi, perché si sa che avere una nemesi ti rende eroe. I poeti litigano per ogni cosa ma guarda caso è sempre un qualcosa che poco ha a che fare con la poesia. Invettive, sgarbi, al limite si arriva al la tua poesia fa schifo ma senza entrare nel merito. Insomma i poeti sono come galli in un pollaio che non accettano nessuno al di sopra di loro.
Ed ecco tornare il concetto di democrazia: al limite devono essere uguali agli altri, ma mai sotto.
Poi ci sono quelli che credono d’essere superiori in tutto e per tutto salvo poi, all’esigenza, pubblicamente lodare chi pochi mesi prima schifavano in privato.
Se volessimo assumere per un istante che il poeta tratta della verità, o di una verità, attraverso il linguaggio, c’è poco da immaginare quanto fuori strada siano questi.
Resta il fatto: non si è poeti se non si litiga con altri poeti.
Alessandro Canzian
*
Ma non saprai giammai perché sorrido.
Perché fui il pedante Amleto
della più consolatrice borghesia.
Perché non ho combattuto il Leviatano
Stato che vuole tutto inghiottire
nella macchinosa congerie
della sua burocrazia inesorabile.
Ora mi nascono le unghie come ai morti.
Dario Bellezza
foto di Dino Ignani