Speciale Salone del Libro: i “Progetti territoriali”

In vista del Salone Internazionale del Libro, Laboratori Poesia lancia un lungo Speciale di avvicinamento con diversi focus su progetti e libri in presentazione a Torino dall’11 al 14 maggio. Si parte con i “Progetti territoriali” della rivista «Laboratori critici» e l’indice in anteprima del terzo Speciale, dedicato ad Angelo Andreotti. Ne parliamo con Alessandro Canzian (Samuele Editore).

Vernalda Di Tanna

 

 

Vernalda Di Tanna: Samuele Editore, editore della rivista «Laboratori critici» (fondata nel 2021 dal sodalizio tra l’Osservatorio poetico Laboratori Poesia e l’Associazione ferrarese Gruppo del Tasso e diretta da Matteo Bianchi) nasce sedici anni fa con un progetto fondamentalmente teso a un territorio, “I poeti di Pordenone – Poesia del Novecento” (collana diretta da Ludovica Cantarutti). Ora la Casa Editrice propone delle pubblicazioni che costituiscono nuovamente un focus territoriale ma con una visione nettamente più estesa e non più legata alle edizioni di libri ma di riviste. A dicembre infatti è stata inaugurata la “Serie speciale” con il “Nuovo Almanacco del Ramo d’oro”. Ora sappiamo che presenterai questa operazione, denominata “Progetti territoriali”, al Salone del Libro di Torino con Gabriella Musetti, Vincenzo Mascolo e Carla Caiafa in collegamento streaming, Daniele Serafini e Claudia Mirrione che modererà l’incontro. Cosa sono dunque i “Progetti territoriali”?

Alessandro Canzian: Ti ringrazio per questa domanda perché, giustamente, mette in relazione un vecchio progetto con un nuovo percorso, cosa che è da sempre fondante e fondamentale sia per Samuele Editore che per «Laboratori critici». I “Poeti di Pordenone” fotografavano la poesia di un territorio specifico e ricchissimo, basti pensare ai versi pubblicitari degli anni settanta (vado a memoria) sui giornali di Umberto Grizzo. I “Progetti territoriali” partono similmente da un territorio ma vogliono consegnare una fotografia critica della storia e della contemporaneità della letteratura e dei temi che affronta. Nella fortissima convinzione che il da dove parti cambi nettamente sia l’orizzonte dello sguardo sia il punto d’arrivo. Quindi abbiamo fatto un focus su tre territori particolari: Trieste, Roma, Ferrara.

Partendo da Trieste abbiamo ripreso e rimesso in commercio quel grandissimo progetto culturale che è stato l’“Almanacco del Ramo d’oro”, diretto da Gabriella Musetti per dieci anni e che oggi rinasce come “Nuovo Almanacco del Ramo d’oro” (sempre con la direzione di Gabriella), osservando quindi il mondo da Trieste, da quella fucina d’incontri e crocevia di pensiero che è la città giuliana (che ricordo ha dato i natali anche a Una Scontrosa Grazia, altro importantissimo progetto della Casa Editrice, che il prossimo anno compirà dieci anni).

Partendo da Roma abbiamo creato una collaborazione con Ritratti di Poesia (condotto da Carla Caiafa e Vincenzo Mascolo per la Fondazione Roma) curando uno speciale (similmente al “Nuovo Almanacco del Ramo d’oro” uscirà annualmente) che fa un focus con interviste e ritratti sugli ospiti invitati al noto Festival romano.

Infine siamo tornati per così dire a casa, a Ferrara (la rivista ha due territori di nascita: Ferrara dove ha sede l’Associazione Gruppo del Tasso, e il pordenonese dove ha sede la Samuele Editore), con un omaggio ad Angelo Andreotti, prima direttore dei Musei di Arte Antica e Storico Scientifici, dell’Istituto di Studi Rinascimentali, del Centro Studi Bassaniani e, successivamente, delle Biblioteche e degli Archivi del Comune. Poeta e critico d’arte è stato tra i fondatori, assieme a Matteo Bianchi e Daniele Serafini, di «Laboratori critici».

Quest’ultimo è forse il più territoriale dei “Progetti territoriali” perché si sostanzia in un’antologia poetica e in una serie di contributi critici alla poesia di Angelo, scomparso il 2 maggio 2023. Il poeta per definizione scrive da un territorio, scrive del territorio, scrive al territorio prima e al mondo poi. Nei versi di Angelo si leggono quindi non solo gli anni della sua scrittura ma anche la Ferrara che lui ha vissuto da protagonista (per lavoro e come autore). La Ferrara da cui partiva e a cui tornava dopo gli incontri nelle diverse città italiane. Non un testamento ma uno strumento per ri-osservare il mondo attraverso gli occhi di un poeta ferrarese.

V.D.T.: Il primo numero dei “Progetti territoriali”, che ricordiamo non è composto da numeri canonici ma accompagna le uscite tradizionali della rivista, hai detto riprende la storia dell’“Almanacco del Ramo d’oro”. In che direzione è orientato il dialogo fra presente e passato?

A.C.: Risponderei con T.S. Eliot (da Il bosco sacro, ne ho scritto qualcosa QUI alcuni anni fa):

Nessun poeta, nessun artista di nessun’arte, preso per sé solo, ha un significato compiuto. La sua importanza, il giudizio che si dà di lui, è il giudizio di lui in rapporto ai poeti e agli artisti del passato. Non è possibile valutarlo da solo; bisogna collocarlo, per procedere a confronti e contrapposizioni, tra i poeti del passato.

Senza tradizione, senza passato, siamo nulla, e solo appoggiandoci alle fondamenta della storia, per quanto precarie possano essere o apparire, possiamo costruire un presente e speriamo un futuro. L’“Almanacco del Ramo d’oro” in questo ha un particolare che ho trovato sconvolgente: per quanto alcuni articoli siano vecchi di vent’anni (oltre a qualche inedito lo Speciale si sostanzia in una serie di articoli da ogni numero uscito) appaiono incredibilmente attuali, oltre ad aver incluso autori che poi sono diventati parte della storia dell’ultimo decennio culturale.

E dici bene quando sottolinei che i “Progetti territoriali” sono a lato dei numeri canonici. Possiamo già preannunciare ad esempio che il prossimo sarà un lavoro particolarmente affascinante su Dylan Thomas e avrà come diramazione un altro progetto online di grandissima importanza e interesse: pordenoneleggepoesia.it.

V.D.T.: Il secondo numero dei “Progetti territoriali” è uscito a marzo ed è stato presentato alla XVII° edizione del prestigioso festival romano Ritratti di poesia, strutturato da Carla Caiafa e diretto da Vincenzo Mascolo. Ti chiederei di raccontare come e perché è nato questo sodalizio e quale obiettivo ha, dato che ci hai preannunciato essere una relazione continuativa nel tempo.

A.C.: Anche in questo caso devo tornare indietro nel tempo, a quando nel 2017 gli amici Vincenzo Mascolo e Carla Caiafa sono venuti a Una Scontrosa Grazia a raccontare il Festival romano. Assieme a Pordenonelegge ho sempre considerato Ritratti di Poesia come uno dei poli poetici più importanti ormai da anni in Italia. La rivista «Laboratori critici» si è presentata quindi come l’opportunità perfetta per collaborare con questa straordinaria realtà e per lasciare traccia tutto l’anno (rubo un termine a Pordenonelegge) di quell’intensissima giornata di Festival. Meglio di me ne ha comunque parlato il Direttore Responsabile Matteo Bianchi nella presentazione a Ritratti (il video QUI).

Perché i poeti bisogna ascoltarli, leggerli, ma bisogna anche discuterli. E la discussione è l’ambito specifico di una rivista che così si appoggia a un Festival, ne propone i contenuti in un prodotto editoriale, poi si riversa nell’online grazie a Laboratori Poesia che, come sai, ha cominciato a pubblicare articoli e anteprime di riviste con l’obiettivo di diventare la finestra online delle migliori realtà cartacee in attività (si legga ad esempio Sul decadimento del linguaggio pubblico di Piero Dorfles, dal numero numero 339 di gennaio-febbraio 2024 della rivista «L’Immaginazione» di Manni Editore, QUI).

Con questo cerchiamo di rivitalizzare il significato di fucina di dibattiti che nel secolo scorso avevano le riviste, ma utilizzando e sfruttando tutte le possibilità che ci vengono date dall’oggi (la rete in primis) e rispondendo alle esigenze di critica che sempre più emergono nell’ambiente. Scrivere non è mai solo scrivere, questo insegna lavorare in una rivista come «Laboratori critici».

V.D.T.: Al Salone Internazionale del libro di Torino verranno presentati i tre numeri dei “Progetti territoriali” e per la prima volta quello dedicato ad Angelo Andreotti, il terzo, che uscirà appositamente per il Salone. Cosa puoi anticiparci da questo numero ferrarese?

A.C.: La relazione tra «Laboratori critici» e gli eventi è stata fin dall’inizio fortissima e fondante. Il numero 0 (Le risorse del silenzio, QUI) lo abbiamo pubblicato in vista di BookCity 2021 dove ne abbiamo discusso, nella splendida cornice dell’ADI Design Museum, con Chiara Evangelista, Niccolò Nisivoccia, Stefano Raimondi, Maria Borio e lo stesso Angelo Andreotti. Da lì in poi non abbiamo praticamente mai mancato un’edizione di BookCity quanto del Salone del Libro di Torino, pubblicando specificatamente in vista della presentazione in uno dei due luoghi (quindi a Maggio e a Novembre). A parte alcune piccole modifiche recenti, come il numero speciale su Angelo pubblicato per il Salone al posto del numero canonico che andrà a luglio in occasione di Elba Book, che già in passato ci ha ospitati.

La relazione con gli eventi è stata ho detto “fondante” non a caso. Il numero di novembre 2023 ad esempio avrebbe dovuto avere tutt’altra natura ma, in piena estate, con Matteo si è deciso di rispondere alle diverse critiche di quelle settimane sulle operazioni antologiche e mappature con un numero che portasse la discussione a Bookcity. Da lì è nato un numero che ha fatto la storia della rivista: “Il fraintendimento del reale” (QUI). Numero che per impatto e importanza ha mantenuto orgogliosamente alta l’asticella del precedente legato a un’operazione editoriale fatta con la Collana Leda (diretta da Matteo Bianchi e Marco Sonzogni): On Home Ground – Come a casa, le versioni pascoliane di Seamus Heaney (Samuele Editore, 2023). Libro uscito praticamente assieme a “Given Notes. Per Seamus Heaney”, il numero 3 di maggio 2023 e che aveva come focus appunto il premio Nobel irlandese (QUI).

Oggi con lo stesso orgoglio presentiamo “Per Angelo Andreotti. Sottratti alla grazia. Poesie 2006-2023”, il terzo speciale che conclude il percorso denominato “Progetti territoriali” e che sarà presentato al Salone del Libro di Torino con Gabriella Musetti, Vincenzo Mascolo e Carla Caiafa in collegamento streaming, Daniele Serafini e Claudia Mirrione che modererà l’incontro.

Ti dirò la verità: qualunque mia affermazione sul numero sarebbe inevitabilmente viziata dall’entusiasmo per questo progetto incredibile e incredibilmente composito. Quindi lascerò solo l’indice, in anteprima assoluta, auspicando di vedere quanti più lettori e amici possibile sabato 11 maggio alle ore 14.00 (l’evento prima della presentazione della Collana Gialla Oro di Samuele Editore-Pordenonelegge, con Mario De Santis e Martin Rueff) presso la Sala della Poesia, pad. OVAL.


INDICE:

Tra presagio ed esitazione, dal silenzio la parola di Angelo Andreotti
Editoriale di Matteo Bianchi e Daniele Serafini

Antologia poetica di Angelo Andreotti dal 2006 al 2023

Interventi critici:

La dialettica tra poesia e tempo in Pietre di passo
di Sergio Bertolino

Dentro e fuori dai versi, ma sempre in cammino
di Duccio Demetrio

L’appello silenzioso dell’essere tra guardante e guardato
di Flavio Ermini

Chi non si ferma è perduto: l’inazione poetica di Angelo Andreotti
di Giuseppe Ferrara

L’eticità dell’arte, ovvero l’amicizia
di Giovanna Menegùs

Nel cuore del corpo: la parola
di Nina Nasilli

Scrivere in un presente notturno, in un tempo “altro”
di Niccolò Nisivoccia

La privazione di un oltre poetico profuma di celestialità
di Antonio Prete

Angelo Andreotti e la lingua dei “titubanti”
di Stefano Raimondi

Prose en poème nell’opera di Angelo Andreotti
di Massimo Scrignòli

Nel verso della vita oltre i confini dell’io
di Paolo Vanelli


 

V.D.T.: Facciamo ora un passo indietro. «Laboratori critici» (QUI tutti i numeri) nasce dal sodalizio tra l’Osservatorio poetico Laboratori Poesia e l’Associazione ferrarese Gruppo del Tasso. Diretta da Matteo Bianchi, la rivista a cadenza semestrale ha festeggiato il suo terzo anno di attività e ricerca vantando nel Comitato Editoriale accademici e critici del calibro di Maria Borio, Alberto Bertoni, Franco Buffoni, Alberto Fraccacreta e altri. Come nasce e come si inserisce nei percorsi della Samuele Editore?

A.C.: «Laboratori critici» dici bene nasce dal percorso consolidatosi in otto anni di lavoro su Laboratori Poesia, al suo inizio piccolissimo sito di promozione della poesia e di ritiri poetici (quando ancora andavano e avevano senso, poi è accaduta una proliferazione incredibile e incredibilmente dannosa per la loro stessa utilità) in cui eravamo ricordo in due (io e Antonio Nazzaro). Oggi Laboratori Poesia conta 27 redattori, 2 caporedattori, 6 componenti il Comitato Editoriale. «Laboratori critici» nasce nel 2021 come ulteriore evoluzione di quella che è sempre stata una visione a lungo termine (so che oggi questa definizione può apparire un po’ anacronistica) della Casa Editrice.

Mi spiego. Nel 2008 nasce la Samuele Editore (assieme a Ludovica Cantarutti) con l’iniziale obiettivo di proporre la poesia pordenonese del Novecento, pre-Pordenonelegge (operazione conclusasi al decimo volume con un cofanetto realizzato apposta, nel 2014). A seguito del successo dei primi 3 volumi abbiamo aperto alla poesia contemporanea con il libro Minatori di Dario De Nardin (di cui Gian Mario Villalta ha fortemente raccomandato la pubblicazione e ne ha curato la nota introduttiva). La Collana Scilla è stata, fino al 2021, l’unico percorso poetico che ci siamo concessi. Nel 2015 raccogliamo forze e idee in un ciclo di promozione della poesia, dopo i tantissimi eventi fatti (e che continueranno negli anni), con l’intento di creare un cenacolo culturale fisso, aperto e inclusivo. Così nasce Una Scontrosa Grazia a Trieste, assieme all’amico Sandro Pecchiari e presso l’ex libreria Mondadori di Michela Altran. L’anno dopo, nel 2016, anche a seguito di una piccola intervista fatta da Vincenzo Mascolo a Ritratti di Poesia un paio di anni prima (eravamo stati invitati nel 2014 come Casa Editrice), ci rendiamo conto che quel che facevamo ogni giorno, l’editing (che era stato l’oggetto dell’intervista di Vincenzo), poteva diventare un servizio interessante di condivisione e conoscenza anche al di là della stretta natura editoriale della Samuele. Un po’ come ci eravamo appena ripromessi di fare con Una Scontrosa Grazia, dove fin dalla primissima ora abbiamo aperto a poeti non da noi pubblicati e ad altre case editrici.

Così nasce Laboratori Poesia, che a lato dell’offerta di servizi (oggi marginale) proponeva anche recensioni e traduzioni per mantenere viva la vetrina online. Negli anni poi si sono avvicinati degli amici straordinari al sito e al ciclo triestino come Mario Famularo, Federico Rossignoli, o solo al sito come te Vernalda (poi pubblicata con grandissimo orgoglio nella Collana Gialla di Samuele Editore-Pordenonelegge), Rocío Bolaños, Fabrizio Bregoli e tanti altri negli anni.

Nel 2020 lanciamo un po’ per caso e un po’ per sfida il volume (quindi edizione Samuele Editore) Dal sottovuoto – poesie assetate d’aria come fotografia a presa diretta della pandemia, ma focalizzata su poeti dallo spessore riconosciuto. Il libro, inizialmente contestato con toni asprissimi poi rivelatosi un successo enorme e molto copiato, era a cura di Matteo Bianchi, che nel 2016 avevamo invitato e conosciuto a Una Scontrosa Grazia (il video della presentazione, a cura di Sandro Pecchiari, QUI). Tengo molto a sottolineare la partecipazione di Matteo a Una Scontrosa Grazia perché, come in moltissimi altri casi, incontri del passato hanno creato nuove opportunità, nuovi percorsi e relazioni che sono diventate tanto più importanti quanto più solida è stata la loro storia.

Dal difficile successo inaspettato di Dal sottovuoto – poesie assetate d’aria, un giorno del 2021 Matteo mi confidò il sogno di aprire una rivista di critica (solo dopo mi avrebbe confessato che aveva già proposto, con una sequela di rifiuti, il progetto a diversi altri Editori). Considera, come sai perché tu sei parte integrante e fondamentale di questa storia, che in qualche modo come Samuele Editore stavamo già facendo critica in Laboratori Poesia (che nel frattempo era cresciuto moltissimo e si era già strutturato in diverse rubriche), così come da anni stavamo facendo critica a Una Scontrosa Grazia evitando l’approccio puramente divulgativo ma dibattendo (a volte con toni molto accesi) sui libri che portavamo assieme agli autori e soprattutto al pubblico presente in sala.

La rivista «Laboratori critici» è stata quindi la risposta a quel passettino in più che mancava alle diverse diramazioni della Samuele Editore (a cui nel frattempo si è aggiunta la collaborazione con Pordenonelegge). Una rivista di critica, di poesia e di percorsi letterari che però non doveva ammiccare facilmente al pubblico ma creare dibattito e discussione. E così è nato quello straordinario numero 0, nel novembre 2021 (che aveva comunque un’importante relazione con il libro Dal sottovuoto – poesie assetate d’aria, basti pensare al titolo dato: “Le risorse del silenzio“, QUI), dove ci hanno dato fiducia Sandro Abruzzese, Angelo Andreotti (oggi scomparso, cofondatore della rivista), Alberto Bertoni (poi pubblicato nella collana Gialla Oro di Samuele Editore-Pordenonelegge), Maria Borio, Duccio Demetrio, Chiara Evangelista, Mario Famularo, Riccardo Frolloni (che conduce Lo Spazio Letterario di Bologna, poi diventato partner di Laboratori Poesia, QUI), Niccolò Nisivoccia, Leonardo Guzzo, Lucianna Argentino (pubblicata più volte dalla Samuele Editore e una delle primissime ospiti di Una Scontrosa Grazia, nel 2015, il video QUI).

Non a caso il nome «Laboratori critici» che doveva e deve mantenere la stretta correlazione con l’Osservatorio poetico online Laboratori Poesia in una nuova sinergia tra cartaceo e online, tra tradizione e contemporaneità.