Manuale tragicomico per sopravvivere ai poeti – e una buona poesia .3


 
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Quindi dov’è finito il libro? Onestamente lo vorrei sapere pure io. Di certo non esce più dalle tipografie e non entra più nelle librerie.

Ok, adesso tu lettore sarai saltato sulla sedia di fronte a questa pagina (spero cartacea, concedimi questa vena nostalgica). I dati che vengono pubblicati parlano di un’età dell’oro dell’editoria italiana, di un Salone del Libro mai così bello e visitato, di centinaia di migliaia di pagine stampate.

Ieri è venuto in tipografia un amico che mi ha detto: «dai, sporca la pagina», e sono rimasto sconvolto. Per lui voleva dire «stampa il libro», come se il mio lavoro fosse veramente sporcare le pagine!

Questo è un aneddoto che mi è stato veramente riportato da un amico tipografo, o meglio dal tipografo storico della mia casa editrice. Perché è importantissimo avere un tipografo di fiducia, che ti conosce. Il rapporto Editore-Tipografo è la base, sono le fondamenta, del libro. A sentirlo raccontare questo ho sorriso pensando, appunto, a quante poche pagine vengano ormai sporcate.

La crisi della carta ce l’abbiamo, perché siamo stati così furbi da voler eliminare la plastica (cosa comunque molto buona e giusta) utilizzando la carta. Pensate alle cannucce di carta del Mac Donald. Però la materia prima è quella, o la si utilizza per un mercato a basso rendimento (l’editoria) o per un mercato ad altissimo rendimento (il packaging). La risposta è inutile darla, anche in un manuale tragicomico come questo.

Stavamo dicendo che il libro non esce dalle tipografie e non entra nelle librerie. Ovviamente con i dovuti distinguo: la poesia è una cosa, la narrativa altro. Ma sulla poesia posso raccontare un aneddoto che mi è capitato in primissima persona, di recente.

Dovevo portare dei libri di due grandi editori a un festival che avevo organizzato, e abbastanza diligentemente sono andato da un amico libraio per prendere in carico le copie necessarie. Festival, letture, si spera in qualche vendita, nulla di strano. Peccato solo che in tutto il Friuli, a livello di magazzino del distributore, ci fossero solo due copie di ognuno. Due.

Alessandro Canzian

 
 

*

 
 
A se stesso, anni fa
 
Stasera, cammini sul corso.
E consideri tutta la gente che vedi
o vedrai come
gente perduta, e ritrovata.
Poi, che quando hai amato qualcuno,
era la seconda volta.
E tornava, chi se ne era andato.
E un giorno, forse,
avrai più di una vita da lasciare.
Ma una, da ricordare.
E avrai più ore, di quelle che hai passato.
 
Mario Santagostini
 
 
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foto di Dino Ignani