Luis Borja (El Salvador) – ita/espa

 
 

Con questa traduzione (a cura di Rocio Bolanos) del poeta salvadoregno Luis Borja, morto pochi giorni fa a causa del Covid-19, la Redazione di Laboratori Poesia (il lit-blog della Samuele Editore) intende ricordare la tragedia nella tragedia che il mondo sta vivendo. Il virus sta infatti cambiando il volto della letteratura mondiale spegnendo luci e voci come Lawrence Ferlinghetti (Stati Uniti), Luis Sepúlveda (Cile), Juan Jiménez (Argentina), Iván Trejo (El Salvador), Sandro Cohen (Messico), Joaquín Carbonell (Spagna), Eduard Limonov (Russia), Carlo Bordini (Italia), Mario Benedetti (Italia), ma anche poeti apparentemente meno noti come Enrico Ratti (Mantova). Un mondo che già sta soffrendo alcune scomparse eccellenti, non legate al Covid-19 a quanto ci è dato sapere, come Franco Loi, il siciliano Angelo Scandurra, l’irlandese Derek Mahon (autore della poesia che lanciò il famoso andrà tutto bene).

Questo è il nostro omaggio e ringraziamento. Perché, anche se scompaiono i poeti, la loro voce duri per sempre.

 

Rocio Bolanos
Alessandro Canzian

 
 
 
 
PÁJARO Y ARENA
 
Sé que es muy difícil pensarte con las manos heridas por la nostalgia
aun así me imagino cómo cantan tus palabras a la ternura
La regocijada voz sangrada con que imitas a los pájaros
Los latidos de tus dedos desgranando la distancia
— Creo que en ese arpegio resumes toda tu tristeza —
A veces creo que sos una melancólica palabra que se le pierde a las tardes
¿Te parece extraño pensarte así?
Y es que en vos a veces también es fácil percibir la soledad moderna con que maldices las calles
 
El terrible golpe con el que rompes los vacíos.
Quizá te preocupe la mediación que existe en el muerto y el arma
Quizá te preocupe la cariada sonrisa de los niños perdidos
Quizá te preocupe la delineada frontera apilada de muertos
Por eso me encuentro en vos
Porque es fácil ver en tus ojos la desbordada ternura de la que hablamos
Y eso es lo único que nos salva de la muerte
Tengo que terminar diciéndote
Que a veces cuando te pienso
Te imagino pájaro y arena
Y vieras qué tierno me imagino en tus manos.
 
 
 
 
 
 
UCCELLO E SABBIA
 
So che è molto difficile pensarti con le mani ferite dalla nostalgia
con tutto ciò immagino come le tue parole cantino alla tenerezza
la voce gioiosa e sanguinante con cui imiti gli uccelli
i battiti delle tue dita sgranando la distanza
— penso che quell’arpeggio riassuma tutta la tua tristezza —
a volte penso sia una parola malinconica che si perde la sera
ti pare strano pensarti così?
E in te a volte è anche facile percepire la moderna solitudine con cui maledici le strade
 
Il colpo terribile con cui rompi i vuoti.
Forse ti preoccupa la mediazione che esiste tra il morto e la pistola
forse ti preoccupa il sorriso cariato dei bambini smarriti
forse ti preoccupa il confine delineato coi morti
per questo mi ritrovo in te
perché è facile vedere nei tuoi occhi la traboccante tenerezza di cui parliamo
e questa è l’unica cosa che ci salva dalla morte
devo finire col dirti
che a volte quando ti penso
ti immagino uccello e sabbia
e dovresti vedere quanto dolce m’immagino nelle tue mani.
 
 
Traduzione di Rocio Bolanos