Una domanda al poeta: Annalisa Ciampalini

Una domanda al poeta: Annalisa Ciampalini
 
 
 
 
Solstizio
 
C’è fuori un luogo vasto dove il pensiero cresce
spazi allungati che contengono passaggi
un solstizio d’inverno tra corpi luminosi e alti
che mai arriva fino a qui.
Che scenda, ora, tra le cose basse, che si faccia ombra
nell’acqua tonda raccolta nel secchio,
che mandi luce pallida a precederlo.
Dovremmo imparare a disegnare eclittiche,
a curare la precisione del tratto. Non approssimare.
Saperlo riconoscere e dire “è questo”.
Vederlo per intero, sentirlo
nella sua sacra brevità.
 
 
inedita
 
 
 
 

Nel testo parli di un tratto da riconoscere, che nell’immagine si lega profondamente al luogo vasto. Cos’è, più precisamente, questo tratto/luogo vasto?

 

Alessandro Canzian

 
 
 
 
 

Penso di poter dire che per la maggior parte delle persone, nel giorno del solstizio non avviene nulla di eclatante: sebbene il solstizio sia definito scientificamente in maniera precisa, a differenza di altri fenomeni naturali o astronomici non è caratterizzato da un segno particolare. La luce di quel giorno non è apparentemente diversa dalla luce dei primi giorni d’inverno, e per chi non ha intenzione di dedicarsi a fare osservazioni o misure particolari, è difficile riconoscere il giorno del solstizio dagli altri. Nonostante il modo non appariscente di venire a noi, il solstizio era ben conosciuto presso gli antichi, in alcune tradizioni veniva festeggiato e molti sono i simboli associati a questo fenomeno. In questa poesia esprimo il desiderio di trovare un tratto preciso che mi faccia capire, in un attimo, che questo è il momento del solstizio, un segno tramite il quale sia possibile riconoscerlo proprio come si riconosce una persona dal volto. Non essendo possibile, per quello che so, trovare quel tratto particolare, immagino di intuirlo tramite un pensiero grande, smisurato, come lo spazio che è fuori. Immagino che questo pensiero cresca e ci faccia diventare più accorti, attenti a quello che accade fuori da noi. In questo caso intendo un pensiero che sia teso a conoscere, ad apprendere con attenzione, cura e amore, sapendo che nulla di ciò che avviene ci è completamente estraneo. Una conoscenza che parte da dentro, senza approssimazioni, ma totale. Ecco perché dico “…curare la precisione del tratto. Non approssimare”.

 

Annalisa Ciampalini