Nel giorno del compleanno di Antonella Anedda, la redazione di Laboratori Poesia le porge i migliori auguri con un piccolo speciale a cura di Fabio Barone, Rocío Bolaños e Andrea Carloni.
Donna che nuota
Non vista si allontana, se la vedono
si cancella come carta vetrata.
Scende nell’ade del mattino
lascia le scarpe sul greto
respira il verde.
Flette la marna
la plasma con le dita e il fiato,
beve a sorsi la sabbia.
Mujer nadando
Sin ser vista se aleja, si es vista
se borra como papel de lija.
Desciende en el ultratumba de la mañana
deja sus zapatos en la orilla
respira el verde.
Flexiona la marga
la moldea con los dedos y el aliento
bebe la arena a sorbos.
Woman swimming
Unseen she walks away, if they see her
she erases herself like sandpaper.
She descends into hades of the morning
leaves her shoes on the shore
breathes the green.
She flexes the marl
mould it with her fingers and breath,
drinks the sand in sips.
da Salva con nome di Antonella Anedda (Mondadori, 2012)
Traduzione in inglese Andrea Carloni
Traduzione in spagnolo Rocío Bolaños
La traduzione di questa poesia caratterizzata da una sintassi asciutta, elementare e ripetitiva, restituisce in inglese alcune peculiarità musicali inaspettate. La rima di “her” del primo verso con l’ultima sillaba “sandpaper” del secondo; le allitterazioni fra “shoes” e “shore”, “breathes” e “green” (che rendono armonica la sinestesia) e della lettera “s” nell’ultimo verso “drinks the sand in sips”.
In spagnolo, la traduzione di questa poesia rispecchia la musicalità e fluidità della lingua originale. Per contribuire all’effetto sonoro della poesia vi sono “se”, “si”, “borra”, “papel”, “la moldea”, “la arena” che aggiungono il ritmo nella lingua di arrivo. La scelta della parola “ultratumba” enfatizza il contesto e aggiunge un senso ancora più profondo e misterioso. Nell’ultimo verso si sottolinea l’immagine evocativa di assaporare lentamente la sabbia inserendo l’azione alla fine.
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