Ancora, Luciano Russi (Di Felice Edizioni, prefazione di Renato Minore, 2023)
La presidente della Fondazione Russi, Ornella Iavicoli Russi, ha organizzato la prima presentazione del libro postumo di Luciano Russi, Ancora. La presentazione si è tenuta a Pescara il 15 dicembre 2023, presso il Museo delle Genti d’Abruzzo. I relatori dell’incontro sono stati Renato Minore, Giovanni D’Alessandro, Simone Gambacorta – redattore di Laboratori Critici – e Carlo Prinzhofer; l’incontro è stato condotto da Rosario Galli. Pubblichiamo alcune foto dell’incontro scattate dal nostro redattore Fabio Barone.
Nel secolo scorso, in Abruzzo, non mancarono di manifestarsi i sintomi di quella che fu una vera e propria rivoluzione in ambito letterario: sotto l’influsso del Gruppo ’63, infatti, germinò a Pescara un collettivo poetico di neoavanguardia noto come «Quinta generazione», che diede vita a un testo omonimo e diffuso poi a Padova dai tipi di Rebellato editore nel 1970. Tra i vari nomi di poeti e intellettuali che ne presero parte, spicca quello del critico Renato Minore (Chieti, 1944). Come alcuni ricorderanno, a fare da contraltare a questo collettivo poetico fu quello dei cosiddetti «Ultimi poeti della strada» – altresì conosciuti come i «Poeti zappatori» –, il cui membro più frizzante è stato certamente il leggendario ragazzo di Colledimacine (CH), Clemente Di Leo – il quale in un primo momento pure si era accostato a Quinta generazione – scomparso tra i suoi Dirupi d’Abruzzo esattamente nel ’70. Se ad oggi i libri di quest’ultimo sono ancora un miraggio, tanto meritevoli d’attenzione quanto introvabili, quelli di un poeta di Quinta generazione, invece, sono ora tornati a galla grazie a una recente pubblicazione.
Trattasi dell’opera in versi di Luciano Russi, Ancora (Di Felice Edizioni, collana Il Gabbiere, 2023), che ha ricevuto la menzione speciale alla XXII edizione del Premio Internazionale Laudomia Bonanni de L’Aquila. Il libro è stato pubblicato grazie alla Fondazione Russi, che ha voluto raccogliere in un volume postumo le liriche di un poeta la cui ricerca – come leggiamo nel componimento Abbozzo di risposta provocata, dedicato a Renato Minore – s’è tutta contratta nell’ombra, restando pur sempre protesa «a verificare l’antica simmetria tra vita e poesia» (p. 90).
Nato nel ’44 a Cappelle sul Tavo (PE) e scomparso nel 2009, Luciano Russi è stato ordinario di Storia delle dottrine politiche alla Sapienza di Roma, dopo aver trascorso un trentennio all’Università di Teramo, di cui era stato Rettore dal 1994 al 2005. Storico, ma anche scrittore di versi; uomo poliedrico del quale è ora restituita la voce attraverso i suoi componimenti, per lo più dialogici, frutto di uno sguardo che «mira a lontananze cruciali e cogenti: l’origine e la sparizione, il lutto e la sopravvivenza» (p. 18). Il volume Ancora, titolo che si presta a varie interpretazioni poiché privo di accento, è suddiviso in sei parti (Menomazioni; La cicogna di Alcalà; Assi; Glosse e varianti; Officina necessitata; Come tu volevi), accompagnate in calce da due scritti: Il poeta presente di Rosario Galli e L’incontro con l’altro di Carlo Prinzhofer. Traspare in tutti gli scritti un ricordo sentito e amicale del poeta, a partire dalla Prefazione, dove Renato Minore ha ribadito che la poesia di Luciano Russi è caratterizzata da «un’inesausta tentazione di opporre un gesto, una fisicità, ancora e ancora, all’infinito nulla che noi siamo» (p. 18).
Vernalda Di Tanna
La cicogna di Alcalà
Vola la cicogna al primo fischio di bengala
e l’apertura alare nasconde il giaciglio
a noi che andiamo verso il sud.
Quando l’avvistiamo increduli
il campanile barocco sembra più umano
della folla che pigra anticipa la sera.
Ad Alcalà* arrivammo furtivi dall’Italia
dove le cicogne non nidificano da troppo tempo.
Né ibis né airone ma finalmente cicogna messaggera.
Come loro (maschio e femmina) costruiamo
il nido fatto di piccoli rami, fieno, erba secca.
Stiamo covando a modo nostro
quando la luce sembra non finire
o forse si è annidata nell’uovo.
* Alcalà de Henares, città natale di Miguel de Cervantes Saavedra, è sede universitaria dal 1498.
Sovrana
Unica hai regnato sulle stagioni
che una dietro l’altra hai seguito.
Sei colei che m’ha innamorato
coniando tutte le chiavi.
Oggi che il tempo s’affanna
sapiente mi guidi in un valzer
che mi ostino a ballare
senza conoscere i passi.
Unica hai segnato sulle pagine
che una dietro l’altra hai sfogliato
angoli rette e diagonali
quando il quaderno sembrava alla fine.
Oggi che i fogli sono aumentati
scaramantica mi zittisci con un gesto
che in pochi sappiamo riconoscere
battezzati come siamo.
(15.08.2004)
Io non so scrivere per i bambini
Io non so scrivere per i bambini
posso scrivere come sto facendo
a bambini che quasi non lo sono più.
Io non so raccontare c’era una volta
perché non c’è stato il tempo
perché non c’è stato il modo.
C’era una volta che sapevo raccontare
quanto tempo ci vuole per i bambini
che hanno tanto tempo per sentire.
Sempre meno so immaginare
quanto tempo ci vuole per raccontare.
Una volta sapevo fantasticare
senza pormi l’obiettivo di raccontare.
Per questo non c’era bisogno di scrivere
favole belle e storielle quasi vere.
Senza sapere che fine faceva
quello che fantasticavo
senza sapere se immaginavo
o se raccontavo senza volere.
Qualche volta avevo pensato a pulci e pulcini
riscattati da una bella pulcella
prima dell’arrivo di qualche pulcinella.
È durato un niente, quel mio pensiero,
proprio il tempo di un racconto
che non ho saputo scrivere in tempo
perché ho perso per strada
i bambini a cui avrei voluto scrivere.
Piccolo Reportage fotografico dalla presentazione del libro tenutasi a Pescara il 15 dicembre 2023, a cura di Fabio Barone