Parte, per il periodo estivo, una nuova rubrica su Laboratori Poesia. Poesie classiche, antiche, da rileggere.
Mane erat, et volui, si sola quiesceret illa,
visere: et in lecto Cynthia sola fuit.
Obstupui: non illa mihi formosior umquam
visa, neque ostrina cum fuit in tunica,
ibat et hinc castae narratum somnia Vestae,
neu sibi neve mihi quae nocitura forent:
talis visa mihi somno dimissa recenti.
Heu quantum per se candida forma valet!
“Quid tu matutinus” ait “speculator amicae?
Me similem vestris moribus esse putas
Non ego tam facilis: sat erit mihi cognitus unus,
vel tu vel si quis verior esse potest.
Apparent non ulla toro vestigia presso,
signa voluptatis, nec iacuisse duos.
Aspice, ut in toto nullus mihi corpore surgat
spiritus admisso notus adulterio.
Dixit et opposita propellens savia dextra
prosilit in laxa nixa pedem solea.
Sic ego tam sancti custos recludor amoris:
ex illo felix nox mihi nulla fuit.
Era mattino, e volli andare a vedere
se Cinzia riposava sola: e Cinzia era sola nel letto.
Rimasi abbagliato: non mi era apparsa così bella,
neanche quando indossava la tunica di porpora
e si recava a narrare i suoi sogni alla pudica Vesta,
affinché né a lei né a me potessero arrecare danno;
tale mi apparve appena desta dal sonno.
Oh quanto vale di per sé una splendente bellezza!
«Come mai», disse, «così mattiniero a spiare la tua amica?
Ritieni dunque che abbia le tue stesse abitudini?
Io non sono così facile; mi basterà aver conosciuto un uomo,
o tu, o un altro che possa essere più sincero.
Non appare sul mio letto nessuna traccia di pressione,
né di due che rivoltandosi vi abbiamo giaciuto sopra.
Guarda come tutto il mio corpo non si puro da effluvi,
possibili testimoni che abbia commesso adulterio».
Disse, e opponendo la mano destra respinge i miei baci,
e balza giù dal letto poggiando il piede nel comodo sandalo.
Così io, custode d’un amore così leale, rimango deluso:
da allora nessuna, nessuna notte fu per me felice.
Traduzione di Luca Canali