L’Arte del Quasi


 

Traduzione come arte e non come scienza. Un avvicinamento fondamentale tra la lingua di partenza e la lingua di arrivo per il quale il traduttore gestisce l’infedeltà cercando la fedeltà del significato, e il valore artistico.

Secondo Leonardo Guzzo, redattore della rubrica, il lavoro del traduttore è quello di raggiungere e approssimarsi al perfetto trasferimento tenendo conto di due elementi:

  • il significato, restare quindi leali al contenuto del testo
  • la tessitura artistica, che comprende la fonetica che cambia da lingua a lingua, il ritmo e le metafore.

Storicamente, la poesia sopravvive anche grazie alla traduzione in quanto comunione tra forma e sostanza. Molte voci l’hanno considerato impossibile. Robert Frost, ad esempio, ha dichiarato che la poesia è «ciò che si perde nella traduzione» e John Denham ha affermato che «nella traduzione si deve aggiungere un nuovo spirito e la poesia evapora».

Nonostante le opinioni contrastanti c’è chi ha creduto nella traduzione, come ad esempio Jorge Luis Borges, Octavio Paz e Paul Valéry, che hanno affermato che si tratta di «ricostruire il più fedelmente possibile».

L’arte del quasi è un progetto d’universalità, una proposta di svariati poeti internazionali in traduzione italiana e viceversa nell’intento di, come scrisse Italo Calvino, «esaltare la dimensione miracolosa della pratica traduttiva».

La redazione de L’Arte del Quasi è composta da Rocìo Bolaños e Leonardo Guzzo.