Porfirio Barba Jacob (Colombia 1883 – Messico 1942) – ita/espa


 
El espejo
 
¿Mi nombre? Tengo muchos: canción, locura, anhelo.
¿Mi acción? Vi un ave hender la tarde, hender el cielo…
Busqué su huella y sonreí llorando,
y el tiempo fue mis ímpetus domando.
 
¿La síntesis? No se supo. Un día fecundaré la era
donde me sembrarán. Don nadie. Un hombre. Un loco.
Nada.
Una sombra inquietante y pasajera.
Un odio. Un grito. Nada. Nada.
¡Oh desprecio, oh rencor, oh furia, oh rabia!
La vida está de soles diademada…
 
 
 
 
 
 
Lo specchio
 
Il mio nome? Ne ho molti: canto, follia, desiderio.
La mia azione? Ho visto un uccello fendere il pomeriggio, fendere il cielo…
Ho cercato la sua impronta e ho sorriso e pianto,
e il tempo il mio impeto domava.
 
La sintesi? Non è saputa. Un giorno
concimerò l’era
dove mi semineranno. Signor nessuno. Un uomo. Un pazzo.
Nullità.
Un’ombra inquietante e passeggera.
Un odio. Un urlo. Nulla. Nulla.
Oh disprezzo, oh rancore, oh furia, oh rabbia!
La vita è accerchiata dai soli…
 
 
Traduzione di Rocio Bolanos
 
 

Miguel Ángel Osorio Benítez. (Colombia 1883 – Messico 1942) conosciuto come Porfirio Barba Jacob si distinse come poeta e saggista. Fu un membro della generazione postmoderna che fiorì durante gli anni ’20. La sua poesia incorpora aspetti del modernismo e delle tendenze contemporanee. La sua opera poetica è un costante ossimoro, tra punti di arrivo e abissi, profonde contraddizioni, bene e male, bellezza e orrore, peccato e santità. I suoi testi sono una riflessione lirica con l’uso delimitato di rima e silenzio.