Pordenonelegge 2022: Le interferenze sonore in Poesia – Maria Borio e Italo Testa

Pordenonelegge 2022: Le interferenze sonore in Poesia - Maria Borio e Italo Testa
 
 

Venerdì 16 settembre 2022
Nuovi libri

A cura di Elisa Longo

 
 

Prisma di Maria Borio è un poemetto e s’ispira agli esperimenti d’acustica che risalgono al diciottesimo secolo del fisico Ernst Chladni il quale studiava gli effetti delle vibrazioni su delle lastre dove posizionava della sabbia o della polvere di licopodio che andavano ad assumere figure corrispondenti all’intensità delle vibrazioni. Nel poemetto Borio ha innestato un linguaggio. le parole della generazione z e dei millenials, un linguaggio straniante che ha vita breve anche per chi le usa nella quotidianità, che si estinguono presto, parole che spesso collidono con la lingua italiana. La testualità di Prisma non è solo nelle parole, ma viene accompagnata dalle figure delle tavole di Chladni.

 

Abbiamo chiesto a Maria Borio cosa sia la tensione poetica nel suo lavoro

Pordenonelegge 2022: Le interferenze sonore in Poesia - Maria Borio e Italo Testa 1Il mio lavoro in scrittura cerca di costruire delle forme, delle vere e proprie architetture d’attraversare. L’inizio di un verso, di un movimento ritmico, di una forma, di una stringa è l’inizio di un percorso, questo percorso poi ha dei momenti di tensione che corrispondono ai picchi del pensiero. È tutto articolato come un vero e proprio processo tensivo, come qualcosa di plastico o di fluido, dove ci sono delle correnti, la cresta dell’onda e la parte più bassa dell’onda, non statico, ma dinamico. L’idea per quanto riguarda Prisma di creare un poemetto e d’inserire un andamento narrativo in un discorso formale dove parti linguistiche diverse interagiscono però sono tutte all’interno dello stesso fascio che come un fascio di luce attraversa un prisma, il prisma della poesia e poi per chi lo recepisce e quindi per chi, metaforicamente, per chi lo guarda come guardare questo fascio di luce, può vedere le vibrazioni diverse del linguaggio. Ecco, funziona più o meno così.

 

Cos’è per te la Voce?

La voce per me ha due significati. Il primo è un’idea più riflessiva e riguarda l’appartenere dell’io, della biografia di chi scrive al risultato poetico. Quindi un’aderenza diciamo tra l’esperienza e l’autenticità del testo. Sentire veramente la voce di un autore significa sentire la sua poetica e sentire che quella scrittura è una scrittura autentica. E questo è il primo significato. Il secondo significato è un significato più stilistico, più formale e riguarda l’articolazione del pensiero, dei messaggi che si vogliono comunicare anche, chiamiamolo così, di un sostrato filosofico, filosofico da intendere come riflessioni sul mondo, su quello che accade su un determinato fenomeno all’interno della forma poesia che è una forma molto fisica, per la quale il lavoro sul linguaggio e tanto sul ritmo soprattutto è essenziale. Quindi la voce risulta essere la componente fondante del lavoro sul ritmo. Se non si sente la propria voce non si arriva nemmeno a concepire il proprio ritmo all’interno del testo, il proprio spazio, non si riesce ad abitare il testo. Quindi in sintesi per me la voce ha questi due ruoli ed è una componente fondamentale. Ed è qualcosa, vorrei aggiungere, che si percepisce sia in maniera intellettiva, sia in maniera proprio fisica, espressiva. La voce è una voce che si sente con la mente, con il pensiero, ma anche con le vibrazioni sonore, le onde acustiche.

 
 
 
 

Onda statica di Italo Testa è una scrittura di contrappunto, la voce si sposta, si sovrappone, è una struttura musicale che si estende. I personaggi sentono parlare i propri pensieri in un’onda nella quale si creano delle congiunzioni di suono e di voci.

 

In Onda statica usi le parole “sciame, riverberi, echi”, come si propaga la voce della poesia sulla tua pagina?

Pordenonelegge 2022: Le interferenze sonore in Poesia - Maria Borio e Italo Testa 2Sia Onda statica che Quattro (il libro precedente) hanno entrambi un elemento che le attraversa, in questo caso da questa diffrazione delle voci, nel caso di Quattro anche della disseminazione sulla pagina. In Quattro c’è come uno sciame di parole che va ad abitare la pagina e anche uno sciame di moti inconsci, inconsapevoli, automatici, legati ai ritmo del corpo.

Mentre invece in Onda statica questo elemento di scomposizione e di disseminazione agisce ad altri livelli non tanto in termini visivi, ma quanto in un senso anche sonoro e anche se vogliamo nella diffrazione tra conscio e inconscio, per esempio nel secondo poemetto. Quindi c’è un lavoro di questo tipo che è un lavoro volto anche a cogliere degli elementi di vibrazione, delle piccole percezioni. Leibniz parlava delle piccole percezioni, quei moti oscuri dell’animo che stanno al di sotto del livello cosciente e credo che entrambi i libri abbiano a che fare un po’ come un tentativo di catturare, di trovare una lingua che sia come per i Nativi Americani hanno gli acchiappasogni, di acchiappare quei moti linguistici involontari che hanno degli automatismi. Ad esempio la protagonista di Onda statica che in certa misura usa tutto un linguaggio legato all’uso dei messaggi, delle chat, nei quali subentrano questi elementi di parlata di un gergo, da linguaggi che funzionano come questi meccanismi.

 

Leggendoti si ha l’impressione di un’onda che genera, ma che riceve allo stesso tempo.

Sì, poi io credo che la Poesia sia volta anche ad intercettare, a catturare queste interferenze sonore, linguistiche, quindi ha proprio a che fare con il cogliere queste onde nel linguaggio, nel corpo, nella vita e provare a sonorizzarle.

 
 
 
 

Maria Borio è poeta e saggista. Dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea, cura la sezione poesia di “Nuovi Argomenti”. Il suo ultimo libro di poesia è Trasparenza (collana “Lyra giovani” a cura di Franco Buffoni, Interlinea 2019) è tradotto negli USA, il precedente L’altro limite (pordenonelegge-lietocolle 2017) è stato tradotto in Argentina. Il suo ultimo libro di saggistica è Poetiche e individui (Marsilio 2018). Ha pubblicato le plaquette Dal deserto rosso (“I Quaderni della Collana” a cura di Mauruzio Cucchi, Stampa2009, 2021) e Prisma (“manufatti poetici” a cura di Paolo Giovannetti, Antonio Sixty e Michele Zaffarano, Zacinto, 2022) Fra i premi di cui è stata vincitrice, il Mauro Maconi e il Città di Fiumicino. È redattrice del sito culturale “le parole e le cose”. Fondatrice del festival europeo “poesiæuropa”, collabora con i programmi di Radio 3 Rai e con la cattedra di letteratura italiana contemporanea dell’Università di Perugia.

Italo Testa vive a Milano. Ha pubblicato in poesia Onda statica (Zacinto Edizioni, 2022), Quattro (oédipus, 2021), Teoria delle rotonde (Valigie Rosse, 2020), L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018), Tutto accade ovunque (Aragno, 2016), I camminatori (Valigie Rosse, 2013), La divisione della gioia (Transeuropa, 2010), Canti ostili (Lietocolle, 2007), Biometrie (Manni, 2005), Gli aspri inganni (Lietocolle, 2004). Ha ricevuto i premi Eugenio Montale e Dario Bellezza per la raccolta inedita. Suoi testi tradotti in inglese, francese, spagnolo, cinese e tedesco e sono compresi nell’antologia di poesia europea Grand Tour (Hanser, 2019). Co-direttore della rivista di poesia «L’Ulisse», è coordinatore del lit-blog Le parole e le cose. Insegna filosofia teoretica all’Università di Parma.