Pordenonelegge 2022: Alessandro Bellasio e l’unità poetica

Pordenonelegge 2022: Alessandro Bellasio e l’unità poetica 
 

Venerdì 16 settembre 2022
Nuovi libri

 
 

Alessandro Bellasio ha letto dal suo ultimo libro, Monade, abbiamo chiesto all’autore cosa sia per lui l’unità poetica.

È un argomento molto ampio, si può provare a circoscriverlo. L’unità poetica è sicuramente l’unità architettonica del libro, nel mio caso non solo di Monade, ma anche di Disappartenenza che è il volume di saggi e poi di un terzo volume in prosa lirica a cui sto lavorando che spero vedrà presto la luce e che vanno a comporre una trilogia, l’unità d’ispirazione poi e l’unità sicuramente di esperienza. Io intendo la poesia come un flusso che ti attraversa, qualcosa che ti visita e che chi scrive deve avere la forza di controllare e di dominare anche abbandonandosi però. La conoscenza c’è, ma viene sempre dopo. Il flusso che attraversa l’autore è un flusso che lui stesso non conosce , prima, altrimenti si scadrebbe nella poesia didascalica. La conoscenza se c’è sarà una sorta di miracolo.

 

Di epifania?

Esatto. Di epifania, mi sembra un ottimo termine.

 

Cos’è per te la parola esatta, il termine unico e univoco in poesia?

Quello che dicevo prima dello scrivere come un farsi attraversare da un flusso e come un essere visitati significa anche porre la questione dell’ascolto, quindi ascoltare una parola che deve essere assolutamente essere trovata e deve essere quella giusta, quella davanti alla quale ogni alternativa cade perché non c’è alternativa, è la parola necessaria.

 
 

Alessandro Bellasio (Milano, 1986) ha scritto i libri di poesia Nel tempo e nell’urto (Pordenonelegge-Lietocolle, 2017 – Premio Letteratura Città di Como, Premio Fiumicino), Monade (L’arcolaio, 2021 – finalista Premio Europa in Versi), e la raccolta di saggi Disappartenenza. Letteratura e ascesi (Fallone Editore, 2022).  Suoi testi sono presenti nell’antologia Giovane poesia italiana (Fondazione Pordenonelegge, 2019), tradotta in tedesco, francese, inglese e spagnolo. Si è occupato dei classici della lirica espressionista, in particolare Gottfried Benn, Georg Heym, Georg Trakl.