Pordenonelegge 2022: il reportage

Pordenonelegge 2022: il reportage
 
 

Quando sono stata chiamata da Alessandro Canzian per il reportage speciale su Pordenolegge 2022 da pubblicare su Laboratori Poesia mi sono domandata come volessi strutturarlo.

Come appassionata di poesia, lettrice e autrice quello che mi mancava era un resoconto sui temi e sul dibattito che si era svolto alle presentazioni e ai festival dove non ero riuscita a essere presente. Ho optato su un format a puntate che potesse dare spazio ai singoli autori, che potesse far entrare chi non era stato a Pordenone nel clima del festival e nei contenuti, ma che fosse facilmente fruibile anche da chi si avvicina per la prima volta alla poesia.

Ventotto articoli, ventotto brevi istantanee sugli autori, i temi della poesia contemporanea, i libri, le parole.

Rileggendo il reportage potrete accorgervi che a ciascuno dei protagonisti e delle protagoniste è stata fatta una domanda sui grandi temi della poesia contemporanea, sulla struttura del testo poetico, sul progetto libro, sulla scrittura, sugli editori, sulla fruizione poetica. Nell’insieme volevo restituire un quadro più eterogeneo possibile del panorama poetico italiano attraverso un festival di voci plurale come è Pordenonelegge.

Ho disseminato un contenuto per ogni articolo ponendo la domanda all’interlocutore o all’interlocutrice che avevo davanti.

Lavorare “in presa diretta” non è semplice perché l’offerta degli eventi è ampia e si è costretti a fare una selezione anche se, quando è stato possibile, Alessandro mi ha aiutata. Poi ci sono problemi legati alla quantità di persone che si fanno intorno durante un’intervista e che obbligano a fermarsi, continuare, spezzare il discorso. Devo dire che siamo riusciti egregiamente a gestire tutto e a farlo con molta leggerezza e gioia.

Volevo restituirvi una narrazione viva, il più fedele possibile anche dei termini usati dai protagonisti, del ritmo, della formazione delle frasi, delle parole scelte dai poeti e dagli addetti ai lavori.

La poesia usa come strumento minimo la parola. Quali parole “parlano” i poeti tutti i giorni? Questa era una curiosità che volevo offrire ai lettori di pari passo ai contenuti e ai libri presentati.

Ho apportato aggiustamenti minimi per riportarvi il più fedelmente possibile i dialoghi e le emozioni del momento.

Mi è capitato di fare delle brevi interviste per strada o in un angolo della sala, ma di essere accolta sempre con cordialità e anche con una buona dose di curiosità.

Ci sono poeti che parlano molto velocemente, altri invece sono così bilanciati nelle risposte da scegliere con minuziosa cura i temi di cui parlare, quasi tutti sentono la responsabilità delle parole e ci riflettono anche dopo l’uscita dell’articolo. Tutto questo mi ha reso molto felice e fiduciosa verso una comunità letteraria ed editoriale che mette passione e tanto lavoro in quello che fa.

Indipendentemente dall’inclinazione personale di ciascuno, ho sentito tanta energia al festival, la grande energia di chi ha lavorato durante l’anno e che è orgoglioso di presentarsi a Pordenonelegge.

Ho sentito la grande energia di autori che non partecipavano al festival, ma che venivano ad ascoltare e dei lettori di poesia appassionati e molto attenti che arrivavano da ogni parte d’Italia.

Più di ogni altra cosa però la città, i cittadini, i negozianti mi hanno sorpresa con la loro partecipazione entusiasta, l’orgoglio con il quale si sentivano anche loro parte e protagonisti del festival, la leggera malinconia che è calata sulle strade l’ultima sera, quando tutto si era concluso.

L’organizzazione riusciva a rimediare a ogni piccolo inevitabile intoppo, a non far accumulare ritardi, a gestire le file per accedere agli eventi, a indirizzare il pubblico grazie alla presenza dei volontari, i famosi Angeli: sorridenti, disponibili, gioiosi nelle loro magliette gialle. Ringrazio Roberto Cescon e Gian Mario Villalta per avermi accolta, mi hanno fatto sentire parte del gruppo e anche il loro sostegno.

Mi rimarranno le chiacchierate sul calcio con i grandi maestri della poesia italiana tra un evento e l’altro, l’osservare i gruppetti di poeti che abitano in zone diverse d’Italia e si rivedono con gioia, le tavolate nei bar e nei ristoranti.

Partecipare a Pordenonelegge amplia lo sguardo sulla poesia italiana contemporanea e può far capire come autori appartenenti a scuole diverse possano lavorare su temi simili captando spazi del sociale e del tempo che stiamo vivendo. Le sinergie e gli scambi che nascono a Pordenonelegge sono il frutto di una comunità aperta al confronto.

Il mio ringraziamento ad Alessandro Canzian e a Elisabetta Zambon per le ore piacevoli trascorse insieme, perché mi hanno fatto sentire a casa, perché mi chiedevano se avessi mangiato o se fossi stanca, per i sorrisi. Grazie ad Alessandro Canzian che si descrive un friulano burbero, ma che, anche nei momenti di lavoro più intensi prima, durante e dopo il festival, riusciva sempre a interagire con me in grande sintonia e armonia e che non ha mai mancato di farmi sentire la sua fiducia più totale e l’appoggio dandomi piena libertà di scrivere di ogni argomento scelto, questo lo rende garante di una divulgazione letteraria che non strizza l’occhio a nessuno, cosa difficile oggi da trovare.

Grazie agli editori, agli infaticabili venditori degli stand, alle maestre e ai professori che accompagnavano gli studenti dai più piccoli ai più grandi a seguire la manifestazione. Grazie alla signora ai piani dell’albergo che intuendo che passavo in stanza a dormire appena avevo qualche mezz’ora mi rifaceva il letto ogni volta.

Penso che cercare di avvicinare il pubblico alla lettura poetica e non, sia una delle più belle possibilità che ci è data, e che farlo in maniera imparziale, riponendo grande fiducia nelle scelte dei lettori, sia una grande occasione da cogliere, sempre.

 

Elisa Longo è nata a Tradate (Va), si è laureata in lingue e letterature straniere presso l’Università Cattolica di Milano ed è specializzata in giornalismo e comunicazioni sociali. Ha collaborato con quotidiani e periodici partendo dal settore musicale. Ha pubblicato due libri di Poesia (Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia, IQdB, 2018, tradotto in inglese nel 2019; Ho sbagliato tutto perché lo vedevo con i miei occhi, IQdB, 2020) e uno di racconti (Come se qualcuno vi vedesse nudi, IQdB, 2018). Le sue poesie compaiono inoltre su alcune riviste letterarie. È impegnata nel sociale e per la parità di genere. Ha organizzato cicli di divulgazione di poesia e intersemiotica tra le arti sperimentando e testando i mezzi di comunicazione della nostra contemporaneità. Lavora in editoria.