Pordenonelegge 2022: Il pubblico della poesia – dagli addetti ai lavori agli studenti

Pordenonelegge 2022: Il pubblico della poesia - dagli addetti ai lavori agli studenti
 
 

A cura di Elisa Longo

 
 

Durante i giorni del festival abbiamo intervistato addetti ai lavori e gli studenti delle scuole che assistevano agli eventi e gli abbiamo chiesto alcune impressioni sul festival. Antonio Riccardi è poeta, lavora in editoria ed è stato membro della giuria del premio Saba. A lui abbiamo chiesto quale sia la particolarità di Pordenonelegge.

Il festival di Pordenonelegge è forse l’unico evento generalista di tipo festivaliero che ha un’attenzione costante e dettagliata della poesia che si va facendo. La presenza della poesia in altri festival, molto importanti e ben fatti, è una presenza più sporadica. Pordenonelegge fa un’altra cosa, depone una mappa di quello che è stato fatto in poesia molto puntale con tutte le sue variegate differenze. Quello che è importante è quello che consegna agli ascoltatori un festival come questo che ha una funzione pubblica importantissima, perché ti consente di orientarti un’attività creativa così estrema come la poesia. Se un lettore vuole entrare in questo mondo, viene a Pordenone ed ha tutti gli strumenti per orientarsi.

 
 

Abbiamo chiesto agli studenti delle scuole superiori di Rovereto che impressioni hanno avuto ad ascoltare per la prima volta poesia dal vivo dalla voce dei poeti e se sono lettori di poesia.

Non leggiamo poesia ed è la prima volta che sentiamo le poesie di questi autori, ma è stata un’esperienza fantastica sentirli leggere. Gli autori riescono a restituire dal vivo, con la loro voce e l’intonazione l’emozione che hanno messo nel testo.

 

Scriverete o leggerete poesia dopo questa esperienza?

Sarà interessante leggerla, ma non sarei in grado di scrivere poesia.

 
 

Abbiamo intervistato Marina Baldoni e Silvia Gelosi marchigiane, autrici, allieve della scuola di cultura e scrittura poetica Sibilla Aleramo diretta da Umberto Piersanti. Perché tornate a Pordenonelegge?

S:Amiamo tenerci in contatto e rivedere autrici e autori che conosciamo.

M: Per me è il terzo anno e ed è bello ritrovare autori e autrici che consociamo, perché alcuni sono passati dalla nostra scuola nelle marche, ma qui quest’anno li ritroviamo in veste rinnovata con nuovi lavori. Pordenonelegge è una bellissima conferma e torneremo.

S: Inoltre dagli scambi che ci sono a Pordenone nascono nuove ispirazioni per i testi.

 
 

Tra le ascoltatrici degli eventi di Pordenonelegge abbiamo intercettato anche l’editrice Cristina Daglio di Puntoacapo, le abbiamo chiesto che impressione ha avuto del festival.

Siamo venuti, io come editore e Mauro Ferrari come direttore editoriale, per conoscere il festival perché non c’eravamo mai venuti di persona. Venire a Pordenone è entrare in una realtà obbiettivamente grande e molto inclusiva. C’è tutto, c’è la città che si muove, ci sono tante persone, alcune come noi hanno fatto tanti chilometri per venire ad ascoltare e c’è uno sguardo a 360 gradi sulla parola.

 

Il modo di veicolare poesia è cambiato?

Profondamente e già da dieci anni a questa parte. Le persone non si approcciano con tanta facilità alla poesia, perché è un linguaggio che ha bisogno di essere veicolato. La sfida come editore è trovare una voce che ti stimoli a farti delle domande oltre il testo, a trovare una voce che ti stimoli a pubblicarla in un libro di poesia. Il lavoro di un editore è un lavoro di scelta, l’editore sceglie le voci che vuole portare avanti, cercando di non snaturarle, ma di veicolarne la forza in un mondo che chiede mezzi nuovi.

 
 

Antonio Riccardi è nato a Parma nel 1962 e ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università di Pavia. Vive a Sesto San Giovanni e lavora nell’editoria. Da gennaio 2017 è Direttore editoriale della casa editrice Società Editrice Milanese (SEM). Come poeta ha pubblicato Gli impianti del dovere e della guerra (Garzanti, 2004), Aquarama e altre poesie d’amore (Garzanti, 2009), Il profitto domestico (Il Saggiatore, 2015), e Tormenti della cattività (Garzanti, 2018).