Pordenonelegge 2022 celebra Milo De Angelis e il Premio Saba

Pordenonelegge 2022 celebra Milo De Angelis e il Premio Saba
 
 

Domenica 18 settembre 2022
A cura di Elisa Longo

 
 

Milo De Angelis ha vinto il Premio Saba. Pordenonelegge ha celebrato Milo De Angelis e la carriera di uno dei maggiori esponenti della poesia italiana che si è aggiudicato il premio all’unanimità con il libro Linea intera, linea spezzata pubblicato con Mondadori nel 2021. La giuria composta dai poeti Franca Mancinelli, Antonio Riccardi, Gian Mario Villalta e dal critico letterario Roberto Galaverni ha letto le motivazioni “Si tratta di un libro teso e unitario, autenticamente necessitato dal primo all’ultimo verso. Tra le tante lingue poetiche del nostro tempo, quella di De Angelis si distingue per intensità e concentrazione, per rigore e precisione espressiva – e poi ancora –  per la continuità dell’impegno poetico, per la moralità profonda e non negoziabile della scrittura, per la qualità della sua poesia, la giuria ha deciso all’unanimità di conferire a Milo De Angelis la 2° edizione del Premio Umberto Saba Poesia”.

 

Abbiamo chiesto a Milo De Angelis cosa sia per lui il patto poetico e l’autenticità in poesia.

La vita deve essere consacrata alla poesia, la poesia esige un amore monogamico, assoluto, devoto, persino ossessivo. Si tratta di dare un peso enorme e inedito a ogni singola parola, il poeta avverte che quella può essere l’unica parola possibile e deve essere insostituibile, quindi deve essere molto accurato, molto attento nello sceglierla, come scriveva di se Cristina Campo “ha scritto poco e le piacerebbe avere scritto meno”. Deve essere molto severo ogni poeta, e chiunque si accinga alla scrittura in versi, di fronte a questa rigorosa economia del linguaggio e questo servire la parola poetica perché il lettore senta che una parola può essere soltanto quella.

 

Infatti Cristina Campo è stata una poeta fedele alla sua vita.

Una delle poche del novecento italiano e una delle poche non diaristiche, non facilmente sentimentali e anche delle notevoli poetesse come Antonia Pozzi, come la stessa Spaziani hanno questa vocazione sempre privata alla biografia. In Cristina Campo c’è qualcosa di più epico, di più spirituale in un’inquadratura in campo lungo, di più impersonale nel senso più alto della parola.

 

Abbiamo continuato a dialogare con Milo De Angelis e abbiamo chiesto che valore ha l’imprevisto in poesia, sia l’imprevisto sulla pagina che fuori dalla pagina.

L’imprevisto che piomba sulla nostra vita può essere fecondo e condurci in luoghi suggestivi anche nella pagina. L’importante è che non diventi una scorciatoia per stupire. L’imprevisto in poesia, per essere efficace, deve sempre intrecciarsi alla tradizione. La parola poetica – ossimoro permanente – è al tempo stesso la più imprevedibile e la più certa, la più sconosciuta e la più attesa, la più nuova e la più rituale, la più inaudita e la più necessaria.

 
 

Milo De Angelis (Milano 1951) ha esordito con Somiglianze (Guanda 1976), seguito da Millimetri (Einaudi 1983; Il Saggiatore 2013). I successivi Terra del viso (1985), Distante un padre (1989), Biografia sommaria (1999), Tema dell’addio (2005, premio Viareggio), Quell’andarsene nel buio dei cortili (2010), Incontri e agguati (2015) sono tutti editi da Mondadori, come il riassuntivo Poesie (2008). È anche autore di un’opera narrativa, La corsa dei mantelli (Guanda 1979; Marcos y Marcos 2011), e della raccolta di saggi Poesia e destino (Cappelli 1982). Le sue interviste sono raccolte in La parola data, con DVD di Viviana Nicodemo (Mimesis 2017).