Me ne andrò come tutti – Davide Cortese

Foto di Copertina di Dino Ignani

Me ne andrò come tutti
e forse un giorno un mio colore
vorrà farsi vivo tra l’erba.
Una mia ombra
tornerà a riprendersi un soldatino.
Un mio nome rimboccherà con un grido
un silenzio troppo lungo.
Forse un giorno tornerò
perché da qualche parte
ho dimenticato una tempesta.
 
 
 
 
 
 
Sulla tua bocca
trema di peccato
la luce.
Dai tuoi occhi
guardo il mio buio
spogliarsi di tutte le stelle
e danzare nudo col tuo.
 
 
 
 
 
 
Do asilo a una parola
che ha smarrito la strada,
a un verso tornato dall’aldilà.
Altrove un bambino morto
copia da un libro morto
una parola viva.
 
 

Questi testi di Davide Cortese, invitato all’edizione 2024 di Ritratti di Poesia oggi 15 marzo, a Roma, invitano al lettore a costruire la sua interiorità, rendendo palpabile, come nel verso me ne andrò come tutti, gli statuti fondamentali dell’appartenenza, la visione della vita, la sua visione del costrutto vita-morte, amore-passione. Emerge una sensibilità di apertura dei sensi, di apertura degli occhi, delle orecchie, per percepire il quotidiano, ciò che accade ogni giorno, con i suoi dolori e le sue gioie. C’è qualcosa di più tra i versi, oltre alla carica personale e alla sensibilità del poeta: sarà compito di lettori cercare di svelare i suoi significati, o lasciarsi trasportare dalla fluidità delle sue immagini per costruire un messaggio anche secondo la propria sensibilità.

Rocio Bolanos

 
 

A seguire un piccola intervista all’autore.

R.B.: Parli di dare asilo a una parola smarrita e di un verso tornato dall’aldilà. Qual è il ruolo del linguaggio e quali sono i ricordi che privilegi nella tua poesia?

D.C.: Nella mia poesia hanno un ruolo importante i ricordi legati all’infanzia vissuta nella mia isola. Mi interessa molto il linguaggio che sa evocare quel tempo incantato.

 

R.B.: Cosa significa per te creare poesia che, sebbene intima e personale, possa avere un impatto universale e condivisibile?

D.C.: Facendo poesia non sono mai realmente consapevole che ciò che scrivo possa essere condiviso dal lettore. Se questo poi accade davvero è da ascrivere ai poteri della parola poetica, alla sua profonda umanità.