Mario Famularo (Napoli, 1983) esercita la professione di avvocato a Trieste. Suoi testi sono apparsi su antologie e riviste letterarie, tra cui il blog Rai “Poesia, di Luigia Sorrentino”, “Poetarum Silva”, “YAWP”, “Argo”, “Inverso”, “ClanDestino”, “Il Segnale”, “Digressioni”, “Atelier” e tradotti in lingua spagnola dal “Centro Cultural Tina Modotti”. È redattore della rivista trimestrale “Atelier” e dei lit-blog “Laboratori Poesia” e “Niedern Gasse”. Collabora con il ciclo di incontri di poesia e letteratura “Una scontrosa grazia” e il blog Rai “Poesia, di Luigia Sorrentino”. Suoi contributi critici appaiono su “Nazione Indiana” e in prefazione a diverse pubblicazioni di poesia. Ha pubblicato le raccolte di poesia L’incoscienza del letargo (Oèdipus, 2018, terzo posto al premio Conza 2019) e Favēte linguis (Ladolfi, 2019).

La penna disegna una riga contorta – Roberto Rocchi

Come fibre sottili di una trama incerta e sconosciuta – Ilaria Amodio

Fiorire la mia morte – Luigi Oldani

è senza origine il lento approssimarsi di un addio – Vanna Carlucci

Destinati a perdersi nel tumulto di una metamorfosi – Flavio Ermini

Con le parole che scrivo io do il mio addio al mondo – Paola Silvia Dolci

Ogni stagione ha per te la grazia del suo fiore – Roberta Ioli

Questa deriva vivo ti divora – Alessandro Salvi

Quella luce che elenca le cose – Alessandro De Santis

S’improvvisa con nulla più che mezze certezze – Valentino Ronchi

Riattaccarsi alla parte sospesa delle cose – Alessandra Corbetta

quel niente che non chiede, e che consola – François Nédel Atèrre