Manuale tragicomico per sopravvivere ai poeti – e una buona poesia .8


 
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Mi sto dilungando su un’idea romantica di poeta, lo so.

Tornando a quel grande mutamento socio-culturale che è stato l’avvento dei Social, va detto che Facebook et simila sono presto diventati il luogo principe della poesia. Luogo dove tutti hanno la medesima voce, dove anche il più sciocco può dire qualcosa o può mettere like.

Per questo all’inizio della mia lettera immaginaria (forse avrei dovuto chiamarla così, non manuale) ho parlato di banalizzazione della poesia. Scrivi di qualche emozione e sicuramente troverai 30/40 persone che ti mettono il like.

Tale democrazia della voce ha portato al medesimo punto in cui è arrivata la democrazia politica: ha più voti chi più piace, e per piacere devi colpire la pancia del popolo.

Quest’ultimo concetto può piacere o non piacere, ma è una cosa assolutamente vera. Potremmo, ironicamente, dire addirittura che è una verità incontrovertibile.

Tale verità ha avuto come conseguenza lo spostare il concetto di gruppo dalla realtà al virtuale. Le lobby, i piccoli gruppi autoreferenziali sono sempre esistiti. Con l’avvento di tale potentissimo strumento di comunicazione, che molto bene e molto male ha fatto alla poesia, si sono venuti a creare dei gruppi in tutto e per tutto simili ai precedenti, reali circoli. Solo più in grande perché non c’erano più barriere.

Se una volta il riconoscimento ti veniva dato dalla pubblicazione con un grande Editore, oggi ti viene data dall’attività Social. E bene o male, a parte alcuni casi brillanti (o fortunati) tutti ci cascano. Anche gli Editori, perché non di rado pubblicano chi ha più seguito sperando in qualche vendita.

Alessandro Canzian

 
 

*

 
 
Vivi
 
La morte
è la misura del sentimento
per coloro
che abbiamo amato
è una sorta di gravidanza
multipla
che nutriamo nel ventrecon il nostro sangue
con il nostro respiro.
Nella pancia-casa
c’è posto per tutti
anche se sono troppi
non scalciano,
non si schiacciano
gli uni contro gli altri
sono così buoni
come non sono mai stati.
Mio padre è in un angolino
e non apre bocca,
la mamma gli sta addosso come nella vita,
mio fratello malaticcio
è ben protetto
perché è maschio
e hanno fatto posto anche
a mio marito amato.
 
Edith Bruck
 
 
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Foto di Dino Ignani