Manuale tragicomico per sopravvivere ai poeti – e una buona poesia .11


 
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La poesia deve piacere, deve toccare le corde dell’anima. La poesia deve dare un pugno nello stomaco, deve toglierti dalla tua comfort zone.

Queste sono due frasi che spento molto spesso. E che trovo terribili. La poesia non deve concentrarsi sull’effetto che provoca, ma sull’innovazione e lo svelamento che attraverso il linguaggio scopre.

Così come tante persone che ti chiamano poeta non ti rendono automaticamente poeta, o che non ti chiamano poeta non ti rendono un non poeta di conseguenza, non si chiede a un gregge di pecore di comprendere un verso di Caproni, così come non si può far passare l’aria vicino a un capezzolo come lo spazio di Dio.

La poesia è uno silenzio mutilato che non fa spettacolo. Poi certo lo può anche diventare: dal teatro al poetry slam passando per gli anni ’70 e Spatola, non c’è nulla di sbagliato né di nuovo. In fondo basta mettersi d’accordo sulle definizioni.

Ma una poesia che lavora più sull’effetto che sulla sua sostanza, sul contesto del proprio linguaggio, fatico veramente a chiamarla poesia.

Alessandro Canzian

 
 

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Meditazioni, alba
Quanto di sopportabile un po’ quasi tutto
pozzi ginestre inferriate soli lumache
gomme per cancellare bottiglie matite
macchina da scrivere leggermente avariata
disegni di una mente vagamente incantata
sogni balbuzie linguaggio da osteria
altro materiale che abbiamo accatastato
per evitare di non essere salvato
 
Adriano Spatola
 
 
Adriano Spatola 2