Luigi Cannillo propone Sebastiano Aglieco

Luigi Cannillo propone Sebastiano Aglieco

Foto di Viviana Nicodemo

 
 
 
 
Via degli Orti
 
I
 
Guardami, Signora dei viandanti, dal
gradino della nostra notte buia!
Ho tanto camminato nella notte di
questo tempo, sconosciuto a me stesso
portando la mano al petto e
genuflesso per consolazione.
Le ho fermate tutte le parole
il peso che mi stringe le ginocchia
gli alberi posati e respirati
con l’animo leggero dei bambini.
Io ho questo soltanto: questo
peso che schiuma nella gola
la mano col seme degli alberi
i fiumi che si stringono al mio tempo.
A moltitudini giungo a te
e mostro il fango nelle scarpe
piccole rese delle bocche
qui, a distanza di anni
senza onore e senza timore
il fiato genuflesso della piccola preda.
Guardaci, guardaci
per sempre con lo sguardo buono
delle bestie, del bambino nel tuo
baratro, tendi le mani
risorgi nel gonfalone dell’amore
la più alta spina verticale.
Veniamo a te nella distanza
col tamburo lanciato nel sangue
nell’angolo in cui gli occhi
si fermano davanti al muro
e ricordano, e ritornano al corpo
pesato in grammi
disperdono, nel grande ventre
le prime parole tramandate
dimenticano il desiderio
l’orto fiorito nei giorni antelucani.
 
Ora del crepuscolo.
Fine della luce
 
 
(da Compitu Re Vivi, Il Ponte del Sale, 2013)
 
 
 
 

L’idea di icona, così come viene recentemente intesa, ha a che fare con l’apparenza di figure transitorie, di successo. In Aglieco la figura della Signora dei viandanti si staglia invece nel significato originario di immagine sacra. Accogliente, consolatrice, essa calamita i distanti, i viaggiatori nel loro buio e nella loro fragilità.

La Signora è il tempo, la luce, nei quali tutte le figure tendono verso un orizzonte, anche le parole si disperdono e le creature realizzano un Senso. Quella di Aglieco è poesia come impulso, lavoro e compiutezza: le immagini potenti, la costruzione del testo, i sentimenti a nudo, la tensione esistenziale si saldano in una intensa rappresentazione della totalità.

Luigi Cannillo

 
 
 
 

Sebastiano Aglieco è poeta e critico. È nato a Sortino (SR), nel 1961. Ha pubblicato i libri di poesia: Minime; Grandi Frammenti; Le Colonne d’Ercole; La tua voce; Giornata (premio Montale Europa); Dolore della casa; Nella Storia; Compitu re vivi (premi Il Ceppo, Salvo Basso, Luciana Notari); Infanzia resa, (premio Città di Como). I saggi: Appunti prima del romanzo, (un pdf liberamente scaricabile in rete); Radici delle isole, i libri in forma di racconto; Siracusa: frammenti del viaggiatore visionario. Inoltre, in collaborazione con Luigi Cannillo e Nino Iacovella, Passione poesia, letture di poesia contemporanea. Presso l’editore Il libraccio, è appena uscito il suo primo romanzo breve, Casa delle lucertole. Insegna nella scuola primaria. Si occupa di scrittura e teatro per le persone in formazione.