Continua, in più puntate, la traduzione di Fabrizio Bregoli di Hugh Selwyn Mauberley di Ezra Pound.
PART II
YEUX GLAUQUES
Gladstone was still respected,
When John Ruskin produced
“Kings Treasuries”; Swinburne
And Rossetti still abused.
Foetid Buchanan lifted up his voice
When that faun’s head of hers
Became a pastime for
Painters and adulterers.
The Burne-Jones cartons
Have preserved her eyes;
Still, at the Tate, they teach
Cophetua to rhapsodize;
Thin like brook-water,
With a vacant gaze.
The English Rubaiyat was still-born
In those days.
The thin, clear gaze, the same
Still darts out faun-like from the half-ruin’d face,
Questing and passive ….
“Ah, poor Jenny’s case” …
Bewildered that a world
Shows no surprise
At her last maquero’s
Adulteries.
“SIENA MI FE’, DISFECEMI MAREMMA’”
Among the pickled foetuses and bottled bones,
Engaged in perfecting the catalogue,
I found the last scion of the
Senatorial families of Strasbourg, Monsieur Verog.
For two hours he talked of Gallifet;
Of Dowson; of the Rhymers’ Club;
Told me how Johnson (Lionel) died
By falling from a high stool in a pub …
But showed no trace of alcohol
At the autopsy, privately performed—
Tissue preserved—the pure mind
Arose toward Newman as the whiskey warmed.
Dowson found harlots cheaper than hotels;
Headlam for uplift; Image impartially imbued
With raptures for Bacchus, Terpsichore and the Church.
So spoke the author of “The Dorian Mood,”
M. Verog, out of step with the decade,
Detached from his contemporaries,
Neglected by the young,
Because of these reveries.
BRENNBAUM
The sky-like limpid eyes,
The circular infant’s face,
The stiffness from spats to collar
Never relaxing into grace;
The heavy memories of Horeb, Sinai and the forty years,
Showed only when the daylight fell
Level across the face
Of Brennbaum “The Impeccable.”
MR. NIXON
In the cream gilded cabin of his steam yacht
Mr. Nixon advised me kindly, to advance with fewer
Dangers of delay. “Consider
”Carefully the reviewer.
“I was as poor as you are;
“When I began I got, of course,
“Advance on royalties, fifty at first,” said Mr. Nixon,
“Follow me, and take a column,
“Even if you have to work free.
“Butter reviewers. From fifty to three hundred
“I rose in eighteen months;
“The hardest nut I had to crack
“Was Dr. Dundas.
“I never mentioned a man but with the view
“Of selling my own works.
“The tip’s a good one, as for literature
“It gives no man a sinecure.”
And no one knows, at sight a masterpiece.
And give up verse, my boy,
There’s nothing in it.”
***
Likewise a friend of Bloughram’s once advised me:
Don’t kick against the pricks,
Accept opinion. The “Nineties” tried your game
And died, there’s nothing in it.
PARTE II
YEUX GLAUQUES
Gladstone era rispettato ancora,
quando John Ruskin ebbe ultimato
“Kings’ Treasures”; Swinburne
come Rossetti, ancora bistrattato.
Buchanan il fetente sbraitò
quando scoprì che la sua testa
di Fauna era per pittori e adùlteri
un diversivo per farle la festa.
I disegni di Burne-Jones
ne preservano gli occhi; tuttavia
al Tate insegnano ancora
a Cophetua l’arte della rapsodia;
Liquida come acqua di ruscello,
lo sguardo assente.
La Rubaiyat inglese era nata morta
in quel frangente.
Lo sguardo liquido, limpido, pure quello
faunesco, saetta dalla faccia semi-in-rovina,
passivo e indagatore…
“Succedono tutte a Jenny, poverina”…
Stranita che tutto un mondo
non stupisca alla figuraccia
che lei subisca gli adultèri
del suo ultimo magnaccia.
“SIENA MI FE’, DISFECEMI MAREMMA’”
Fra feti sottaceto e ossa in bottiglia,
impegnato a perfezionare l’inventario,
scovai Monsieur Verog l’ultimo rampollo
da Strasburgo, di quel ramo senatorio.
Per due ore parlò di Gallifet;
di Dowson; del Rhymers’ Club;
mi narrò di come Johnson (Lionel) morì
cadendo dallo sgabello alto di un pub…
Ma non mostrò tracce d’alcool
all’autopsia, condotta privatamente –
i tessuti preservati – lo spirito indenne
apparso a Newman, non appena il whisky si scaldò debitamente.
Dowson trovò le puttane più convenienti degli hotel;
Headlam strumento di elevazione; Image fu imparziale cultore
di deliri per Bacco, Tersicore e Santa Madre Chiesa.
Così parlò M. Verog, l’autore
di “The Dorian Mood”, mai allineato con il decennio,
isolato dai contemporanei,
ignorato dai giovani, tutta colpa
di questi suoi miraggi estemporanei.
BRENNBAUM
Gli occhi limpidi color cielo,
la faccia rotonda da infante,
inamidato dalle ghette al colletto
mai incline a una grazia accomodante;
la memoria opprimente di Horeb, Sinai e i quarant’anni
fecero capolino soltanto quando la luce
precipitò impietosa sul volto
di Brennbaum “L’Impeccabile.”
MR. NIXON
Nella cabina color oro crema del suo yacht a vapore
Mr. Nixon mi istruì gentilmente su come avere successo con il minore
rischio di perder tempo. «Tieni in debita
considerazione il recensore.
Ero povero come te;
all’inizio ottenni, ovviamente,
un anticipo sui diritti, cinquanta, per cominciare», disse Mr. Nixon,
«fai come me e accapàrrati una rubrica sui giornali,
anche se dovrai lavorare gratis.
Recensori oliati a dovere. Per passare da cinquanta a trecento
mi ci vollero diciotto mesi appena;
l’osso più duro da spezzare
fu il Dottor Dundas.
Non citai mai nessuno se non con l’intento
di vendere i miei lavori.
La dritta è quella buona, perché la letteratura
non dà a nessuno sinecura.
E nessuno riconosce, a prima vista, un capolavoro.
E lascia perdere il verso, ragazzo mio,
non vi è nulla di buono.»
***
Così, un amico di Bloughram mi consigliò una volta:
non combattere con i mulini a vento,
dammi retta. I “Novanta” ci provarono a giocare a modo tuo
e ci lasciarono le cuoia, non vi è nulla di buono.