Dzifa Benson (Regno Unito) – eng/ita


 
Little Wing
 
you had an infinite choice of directions
why did you keep coming back here?
 
you came from the source
of lightning, from the crease
between sand and glass. It’s a place
where a photograph hurts every time
I look at it.
You flew in the line of light
passing through that pinhole,
ripped from a fallen cloud
you dropped out of gunmetal skies
barrel chest heaving.
 
You refused to leave for so long
my little raptor, reduced to a shadow
in the hurtling day except
for those fixed and glowing eyes.
 
You revelled in tales of torn claw
and ravaged beak, epics in hoot and cheep
but the screech stoppered
your throat. So you tried to peck
the butterflies and zebras and moonbeams
from mine then gave me sorrow
to drape my windows.
 
On the last day, you flew in
and bashed your brains against my chest
the force of your orbit too much to bear.
Outside there is birdsong. You hang there
on marbled, blue-veined lines.
 

Estratto dalla raccolta Monster (Bloodaxe Books, 2024) e riprodotto in anteprima per gentile concessione dell’editore

 
 
 
 
Piccola ala
 
tra rotte infinite da seguire
perché ti ostinavi a tornare qui?
 
Giungesti dalla foce
dei fulmini, dalla piega
tra sabbia e vetro. Un luogo
in cui una fotografia ferisce ogni volta
che la guardo.
Volasti nell’orizzonte di luce
attraverso il forellino,
strappato da una nuvola cadente
precipitasti da cieli plumbei
con petto ansimante.
 
A lungo tentennasti a volare via
mio piccolo rapace, ridotto a un’ombra
nel frenetico giorno tranne
che per gli occhi fissi e brillanti.
 
Facevi baldoria con storie di artigli strappati
e becchi sfregiati, con fischi e trillare di gesta
ma lo strillo turò
la tua gola. Così provasti a beccare
farfalle e zebre e raggi di luna
dalla mia poi solo il dolore
a decorare le mie finestre.
 
L’ultimo giorno entrasti volando
schiantandoti contro il mio petto
lo slancio della tua orbita, un peso insostenibile.
Fuori è un canto di uccelli. E tu lì appeso
su linee marmoree striate di blu.
 
 
Traduzione di Piero Toto
 
 
 
 

Nota traduttiva e biografia

In “Little Wing”, Benson rielabora l’esperienza del dolore trasformandola in suoni della natura, in riferimenti musicali, in un’arcadia di luci e ombre in cui l’apparente leggerezza dei versi nasconde un dedalo di metafore che la traduzione rispetta ed eleva sia dal punto di vista semantico sia della fruizione estetica. La trasfigurazione del dolore come metafora del volo, come schianto della realtà contro la complessità e l’insofferenza del vivere.

Dzifa Benson, nata a Londra da genitori ghanesi, è cresciuta in Ghana, Nigeria e Togo. È una premiata artista pluridisciplinare che esplora, attraverso poesia, prosa, teatro, libretti operistici, performance, curatele, film, installazioni, tecnologie immersive, saggi, critica e didattica, i campi della letteratura, scienza, arte, tecnologia, corpo e rituali. I suoi lavori, letti e rappresentati in numerosi contesti internazionali, hanno ricevuto il sostegno e il riconoscimento di Jerwood Compton Poetry e Hedgebrook, e sono stati selezionati per i premi di poesia Bridport e James Berry.

Suoi interventi di critica teatrale e letteraria sono stati pubblicati sul «Financial Times», «Telegraph», «Times Literary Supplement», sulle riviste «Modern Poetry in Translation» e «Poetry Review»; ha inoltre tenuto residenze poetiche, curatoriali ed editoriali alla Whitstable Biennale, al Courtauld Institute of Art, alla Orleans House Gallery e per la rivista «Granta». La sua riduzione e il suo adattamento dell’Otello, messo in scena nel 2021 dalla National Youth Theatre REP Company in collaborazione con la regista Miranda Cromwell – premio Olivier per il teatro – ha fatto il giro del Regno Unito. Per il National Youth Theatre, Benson attualmente lavora all’adattamento di Un paradiso portatile, opera di Roger Robinson vincitrice del prestigioso premio di poesia T.S. Eliot.

La sua prima raccolta di poesie, Monster, uscirà nell’ottobre del 2024 con la casa editrice Bloodaxe Books.

 
 

© Foto di copertina: Naomi Woddis