Laboratoria: Tonino Guerra


 
La farfalla
 
Contento, proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
 
Tonino Guerra, da Il polverone (Milano, 1978)
 
 

Per la rubrica Laboratoria, una volta al mese, vi segnalerò qualche verso che ha toccato il mio cuore e che spero sappia toccare anche il vostro. Selezionerò poesie fatte di piccole cose, alla portata di chi legge e di chi vive. Se avete delle proposte, potete scrivere a laboratoriapoesia@gmail.com, inviando un testo poetico con pari requisiti, nome dell’autrice o dell’autore e dell’eventuale traduttore o traduttrice.

Oggi, vi propongo una poesia di Tonino Guerra.

Celebre poeta, scrittore e sceneggiatore di rinomanza internazionale, nato il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna e scomparso il 21 marzo 2012, sempre nella sua città natale, dopo aver trascorso tre decenni a Roma (con frequenti soggiorni in Russia, che divenne la sua seconda patria) nel tardo 1980 si trasferì a Pennabilli, antica città malatestiana del Montefeltro, dove amava trascorrere lunghi periodi estivi e dove riposa oggi.

Nato da genitori contadini (la madre, analfabeta, imparò da lui a scrivere), Tonino Guerra fu deportato in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale finendo in un campo di internamento dove cominciò a comporre i suoi primi versi in lingua romagnola. Dopo la guerra pubblicò la sua prima raccolta di poesie dialettali, I scarabócc, seguita da altre opere, tra cui la pietra miliare I Bu nel 1972. Nel 1952, esordì come narratore con il racconto La storia di Fortunato, pubblicato nella collana Einaudi I Gettoni, diretta da Elio Vittorini. Nel corso della sua carriera, scrisse cinquanta libri tra racconti e poesie, guadagnandosi numerosi premi, tra cui il Pirandello, il Pasolini, il Gozzano, il Nonino, il Carducci e il Comisso.

A partire dagli anni ’50 Tonino Guerra si dedicò alla sceneggiatura collaborando con alcuni dei più grandi registi del tempo, tra cui Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, i fratelli Taviani, Elio Petri, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Theo Anghelopulos e Andrej Tarkovskij. Con oltre 120 film sceneggiati, da “L’Avventura” di Antonioni ad “Amarcord” di Fellini, vincitore di un Premio Oscar, Guerra accumulò una carriera illustre, con quattro David di Donatello, tre nomination all’Oscar, l’Oscar Europeo del Cinema come Miglior Sceneggiatore e una Palma d’Oro a Cannes.

Come artista poliedrico, ispirandosi agli umanisti del Quattrocento, ha trasposto i temi della sua poesia in diverse forme artistiche, come testimonia la collezione delle sue opere esposte al museo permanente “Nel mondo di Tonino Guerra” a Santarcangelo di Romagna.

 
 
Foto di copertina di Aris Papadopoulos – fonte: https://www.travelemiliaromagna.it/giornate-di-marzo-tonino-guerra/