Colette Nys-Mazure

Colette Nys-Mazure
 
 
 
 

“Che età aveva?” La morte non ha a che fare con lo stato civile. È il sorriso della comunicanda sotto il “tulle” che affiora adesso sui tratti rigidi. È la nuova madre, che stringe il suo bambino, e l’amante – brace, gemito di gioia – , la nonna sconvolta. Sotto la deposta maschera fermentano i volti che ha avuto. Se a lungo si sta accanto a lei, li si sorprende. Bilancio in sunto d’una vita.”

Il libro è del 1999, e i disegni sono realizzati da Bruno Antonello, nato a Cittadella (Pd) nel 1936. Ha iniziato l’attività artistica nel 1955. In questa plaquette c’è un suo disegno ogni due pagine. Ha studiato con Riccardo Licata.

Colette Nys-Mazure vive in Belgio. Insegnante di lettere, anima laboratori di lettura e scrittura. Le piace lavorare a più mani con altri poeti contemporanei come: Francoise Lison- Leroy, Pierre Dhainaut, Francois Emmanuel, Lucien Noullez.

Il libro è edito dall’associazione Emmaus di via Fontanella – 24039 Sotto il Monte, BG. Sulla pagina stampata le referenze del Priorato di S.Egidio in Fontanella.

Uscita dai margini è un titolo evocativo del contenuto del libro.

 

Pierangela Rossi

 
 
 
 

La morte ha tagliato nel vivo. Ha interrotto il respiro faticoso, il fiato che poneva resistenza; il freddo ha illividito le labbra, le mani dalle giunture d’avorio. Il naso s’è affilato e, sulla fronte tesa, sono sparite le rughe dell’estremo travaglio.

 

Regna nella stanza la pace del profondo. Non c’è più la voce, ma ne rimane l’eco. La scrittura o la vita, la lettura interrotta, la pagina indicata da un segnalibro, l’ultima; tutti i libri in attesa freddolosamente si chiudono. Occorrerebbe aggiungere acqua dentro il vaso di rose gialle, avrebbe sussurrato lei.

 
 
 
 
 
 

I colombacci che la infastidivano tubano senza vergogna. Attraverso la porta-finestra socchiusa sull’autunno, sulle foglie accartocciate nell’erba, sugli astri, s’insinua il vento e rigonfia a vela la tenda. Qualcuno entra alla luce del tramonto e siede al capezzale della morta.

La fiamma d’una candela getta luce sull’icona antica: “L’amicizia del Cristo” veglia discreta su colei che giace e il cui volto si va distendendo di minuto in minuto.

 
 
 
 
 
 

Intorno alla camera ardente la casa si organizza come può. Aroma di caffè, telefono insistente, i movimenti stravolti.

S’è bisogno di un consiglio: “vado a chiedere…”. Ma la padrona di casa si è assentata, ha disertato. Lo si era dimenticato. Non ci si abituerà mai. Bisogna trovare da sé la risposta opportuna. Fra un’ora ce ne saremo di nuovo scordati.

Come ammettere questa sottrazione ?

 
 
 
 
 
 

È saggio risparmiare le forze. Si può arrivare al limite del lutto a forza di ottusa pazienza, di astuzie puerili? Le ore scendono a gocce con la pioggia. Tamburellamento sulla vetrata. Talvolta si affonda il viso nel cuscino che serba il suo profumo. Un po’ ancora di lei. Tu sei polvere.

 
 
 
 
 
 

La prima mattina senza di lei. Spunta il sole, ma si rimane dentro le maglie del rifiuto. Chi potrebbe esprimere la voglia d’esser.

 

Intorno alla camera ardente la casa si organizza come può. Aroma di caffè, un mazzo di fiori spuntato per incanto, il telefono insistente, i movimenti stravolti. È un andare da una stanza all’altra, cercando qualcosa. L’oscurità si infittisce senza che alcuno ne abbia avvertito l’arrivo.

 
 
 
 
 
 

È saggio risparmiare le forze. Si può arrivare al termine del lutto a forza di ottusa pazienza, di astuzie puerili? Le ore scendono a gocce con la pioggia. Tamburellamento sulla vetrata. Talvolta si affonda il viso nel cuscino che serba il suo profumo. Un po’ ancora di lei. Tu sei polvere.