Meleagro (I sec. a.C.) – gr/ita


 
V -152
 
Πταίης μοι, κώνωψ, ταχὺς ἄγγελος, οὔασι δ’ἄκροις
Ζηνοφίλας ψαύσας προσψιθύριζε τάδε˙
“ Ἄγρυπνος μίμνει σε˙ σὺ δ’, ὦ λήθαργε φιλούντων,
εὔδεις.” εἶα, πέτευ˙ ναί, ϕιλόμουσε, πέτευ˙
ἥσυχα δὲ ϕθέγξαι, μὴ καὶ σύγκοιτον ἐγείρας
κινήσης ἐπ’ ἐμοὶ ζηλοτύπους ὀδύνας.
ἢν δ’ ἀγάγης τὴν παῖδα, δορᾷ στέψω σε λέοντος,
κώνωψ, καὶ δώσω χειρὶ ϕέρειν ῥόπαλον.
 
 
 
 
Vola, zanzara, veloce messaggera, e sfiorando
la punta delle orecchie di Zenofila sussurra:
«insonne lui ti aspetta; e tu dormi, e dimentichi
chi ti ama!». Vola, sì, vola, amante delle Muse!
Ma parla piano, che non svegli il compagno di letto
e la sua gelosia per me.
E se mi porti la fanciulla, ti ricoprirò di pelle di leone,
zanzara, e ti darò in mano una clava.
 
Traduzione di Francesca Innocenzi
 
 

Questo epigramma di Meleagro è caratterizzato dall’apostrofe alla zanzara, perfetto esempio della ricorrenza in cui gli animali, gli insetti in particolare, compaiono nella poesia ellenistica e tardo-ellenistica. Il ruolo da messaggera rivestito dalla zanzara smorza e alleggerisce il pathos dell’amore tormentato e conferisce ai versi levità e ironia, soprattutto nella rappresentazione finale dell’insetto in veste eroica, con pelle di leone e clava come Eracle.

Vissuto nel I sec. a.c., Meleagro di Gadara è autore della prima corona, comprendente circa sessanta poeti, dell’Antologia Palatina. I versi di ciascun epigrammista sono paragonati a un fiore, che quasi sempre rimanda a un preciso e acuto giudizio da parte di Meleagro. Al poeta di Gadara si attribuiscono anche una raccolta di Paidikà, un libro di Satire Menippee e trattati di varia erudizione.