“Words of Blues”, poeti afroamericani degli anni Sessanta per la Giornata mondiale della poesia
Il 21 marzo CartaCarbone nella Chiesa di San Gregorio a Treviso presenta un’antologia rielaborata poeticamente e musicalmente attraverso le voci e gli strumenti di Giovanni Barbon, Sara Santi, Massimiliano Brunetta, Rita Brancato e Francesco Santi
Anche quest’anno CartaCarbone scende in campo per la Giornata mondiale della poesia, istituita dalla Conferenza Generale Unesco nel 1999 e celebrata tutti gli anni il primo giorno di primavera. Un’iniziativa che riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica, della comunicazione e della pace.
L’appuntamento è fissato per martedì 21 marzo alle 20.45 nella Chiesa di San Gregorio a Treviso con WORDS OF BLUES, progetto perfettamente in linea con gli intenti del Festival di essere presente nella realtà culturale del territorio anche per l’impegno civile, e che avrà come protagonisti dei giovani interpreti di musica e poesia che coinvolgeranno i partecipanti alla serata grazie all’incontro fortuito avuto con un’antologia di poeti afroamericani pubblicata nel 1964.
Giovanni Barbon, Sara Santi, Massimiliano Brunetta, Rita Brancato e Francesco Santi attraverso le loro voci e i loro strumenti rielaboreranno poeticamente e musicalmente il libro, che costituisce una miniera di perle sconosciute ma anche una testimonianza importantissima delle prime stesure di brani che sono diventati storia della cultura nera e di tutta la musica occidentale. Perché quando si parla di cultura afroamericana è impossibile non parlare di blues. E se si parla di blues viene naturale pensare al rock, al jazz, al gospel.
“C’è una ragione per la quale i canti degli schiavi neri nelle piantagioni di cotone o lungo le tratte ferroviarie dei neonati Stati Uniti d’America, ritmati dal battere dei loro strumenti di lavoro e dalla cadenza di gesti ormai meccanici, sono stati il seme di tutti i generi che fanno parte del sostrato musicale che tutti noi occidentali abbiamo respirato”, spiega Paola Bellin, insegnante, componente del direttivo di CartaCarbone e promotrice della serata.
“Le tematiche esplorate – l’amore, la lontananza, il rapporto con Dio e con le Scritture, la dignità dell’essere umano, la discriminazione, la morte, l’ingiustizia e la speranza – sono universali, vive, alimentate da riferimenti culturali meticci, contaminate di sacro e di profano, semplici e comuni, eppure profonde e toccanti. Il ritmo stesso di questa scrittura è qualcosa di rivoluzionario, che entra nelle ossa, che fa battere il cuore. Per questo – continua Bellin – risulta davvero facile scegliere una qualsiasi di queste poesie e metterla in musica. Tanto che alcuni grandi classici sono nati proprio così, da uno scritto di grande potenza espressiva che qualcuno ha deciso di cantare invece che recitare”.
WORDS OF BLUES sarà tutto questo: recitazione e canto, parola e musica che alternano e si mescolano, che si danno il tempo a vicenda per creare un ritmo unico, un’unica vibrazione che pulsa nell’intensità del dolceamaro. In quel gioioso dolore che è il blues e che è la vita.