Walt Whitman

Walt Whitman 1

 
 

Autore di un solo grande libro, Foglie d’erba, riscritto 7 volte, fino alla morte che lo colse nella settima stesura, Walt Whitman ha redatto un capolavoro, è forse il più grande poeta americano.

Gli hanno reso omaggio, oltre a Giorgio Manganelli, che introduce da par suo il libro in italiano, 6 grandi poeti, da Ezra Pound ad Hart Crane, da Jorge Luis Borges a Ruben Dario, da Pedro Mir a Pablo Neruda. Chiosa Neruda: “Cammina tra i popoli con il tuo amore / carezzando / il puro crescere / della fraternità sulla terra”.

Tra le parti più famose “Sul ferry di Brooklyn” (17 pagine) e “Capitano, mio Capitano”, diventato un film con Bruce Willis. Jorge Luis Borges, in Camden, 1892, lo rievoca amorosamente si direbbe: “L’odore del caffè e i giornali / la domenica e il suo tedio. Di mattina / e sulla pagina intravista quella vana / pubblicazione di versi allegorici / di una collega felice. Il vecchio / giace prostrato e bianco nella decente / abitazione di povero. Stancamente / guarda il suo volto nello specchio. / Pensa, non più stupito, che quel viso / è lui. La mano distratta tocca / la barba opaca e la bocca distrutta / Non è lungi la fine. La sua voce dichiara: / Quasi non sono, ma i miei versi ritmano / la vita e il suo splendore. Io fui Walt Whitman”.

In quel “Io fui Walt Whitman” allo specchio c’è una consapevolezza che non tutti i poeti hanno o hanno avuto. Nel contempo, Borges lo pone accanto a una collega felice. Non è la felicità che ha cercato Whitman nei suoi versi immortali, ma la forza che hanno perfino le Foglie d’erba.

Ecco qualche esempio di “Io fui Walt Whitman”. Il libro è edito da Bur Pantheon, è dell’aprile 2000. Ma Rizzoli ha pubblicato Whitman già nel 1988.

Pierangela Rossi

 
 
 
 
Da Sul ferry di Brooklyn
 
1
 
Marea montante sotto di me! Ti guardo faccia a faccia!
Nuvole a occidente – sole lassù ancora alto per mezz’ora – anche voi guardo faccia a faccia.
 
Folle di uomini e di donne vestite dei soliti abiti, come strane mi sembrate!
E le migliaia che attraversano il fiume sui traghetti, tornando a casa, mi sembrano più strane di quanto immaginiate,
E voi che passerete, di qui a molti anni, da riva a riva, siete per me, e per le mie meditazioni, ben più importanti di quanto possiate immaginare.
 
 
 
 
 
 
2
 
L’impalpabile alimento che tutte le cose mi forniscono a ogni ora del giorno,
Il semplice, compatto, ben connesso schema del quale io stesso e gli altri disgregati siamo parte integrale,
Le analogie con il passato e quelle con il futuro,
Le bellezze infilate come perle nel piccolo raggio di ciò che vedo e sento, passeggiando per via, attraversando il fiume,
La corrente che scorre impetuosa e con me scivola lontano,
Gli altri che devono seguirmi, ciò che mi lega ad essi
La certezza degli altri, la vita, l’amore, la vista, l’udito degli altri (…)
 
                 O Capitano! mio Capitano!
 
O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l’ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,
Gli occhi seguono la solida chiglia, l’audace e altero vascello;
        Ma o cuore! cuore! cuore!
            O rosse gocce sanguinanti sul ponte
                Dove è disteso il mio Capitano
                      Caduto morto, freddato.
 
O Capitano! mio Capitano! alzati e ascolta le campane; alzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
         Qua Capitano! padre amato
             Questo braccio sotto il tuo capo!
                 È un puro sogno che sul ponte
                      Cadesti morto, freddato.
 
Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
          Rive esultate, e voi squillate, campane!
             Io con passo angosciato cammino sul ponte
                   Dov’è disteso il mio Capitano
                        Caduto morto, freddato.