foto di Dino Ignani
Sulla felicità
Concentrata in episodi, la felicità
segue il suo corso appiattita
lungo le pareti del labirinto.
Nessuna meraviglia, dunque, che appaia
nel silenzio gonfio di una campagna
o dentro la cornice d’ottone di uno
spioncino.
Secche parole d’incoraggiamento
che si irradiano in un lampo nella mente
anestetizzandola.
Tutto il resto è superfluo.
(da Novilunio, Lietocolle-Pordenonelegge, 2018)
In questo testo parli di felicità mettendola in relazione a “episodi”, a “pareti di un labirinto”. E poi la accusi “anestetizzante” la mente con “parole d’incoraggiamento” ma “secche”. Il che a ben vedere può anche essere letto al contrario, ovvero la “felicità” ne può uscire “anestetizzata”.
E “tutto il resto è superfluo”, in una sentenza definitiva. Cos’è quindi questa felicità?
Alessandro Canzian
La felicità è un’entità poco frequentabile: volatile, fuggevole. Si concede raramente e spesso crea attese che poi vanno disilluse, come un appuntamento fissato all’interno di un irrisolvibile labirinto. Oppure si propone prossima, dentro la cornice di uno spioncino, lì in attesa che si apra la porta per poi, alla verifica, non farsi trovare. Ma la felicità ama sorprendere e sa rivelarsi improvvisamente generosa, pronta a lasciare senza fiato con i suoi doni. La sua apparizione ha la capacità di proiettare all’apice di un benessere inaudito, totale, anestetizzando tutto ciò che è semplice speranza o preoccupazione. Io ho conosciuto la felicità, le sue parole secche e senza orpelli, vibranti e telluriche che vorresti non avessero mai fine. Ho provato felicità nell’amore, nell’arte, nel lavoro e per questo mi ritengo fortunato ( a fronte di chi afferma di non aver mai saputo che cosa significa felicità ). Ed è proprio per questo ritenermi fortunato, un prescelto quasi, che serenamente posso confidare che nemmeno la morte, a questo punto della mia vita, mi fa paura. Tutto il resto è irrimediabilmente superfluo.
Tiziano Broggiato