Una domanda al poeta: Silvia Righi

Una domanda al poeta: Silvia Righi

foto di Riccardo Righi

 
 
 
 
Questo è un teatro dei desideri.
Non credete, non abbiate fede
è un gioco per provare
mettere in scena copie comparse
sogni di sogni; si uccidano,
si stringano, brucino al posto mio.
L’illusione
mai sarà più vera
come sulle false labbra di un falso.
 
 
da Demi-monde (Nem 2020)
 
 
 
 

In questo testo alludi a un “teatro dei desideri”. Non di rado la vita produce uno scarto tra quello che si vuole e quello che si riesce a ottenere. Ancor più tra quello che si vuole e quello che sarebbe giusto ottenere o non ottenere. Cosa intendi tu per “illusione”, “falsità”? E qual è il tuo “desiderio”?

Alessandro Canzian

 
 
 
 

Il teatro è una figura di Demi-monde, forse il suo simbolo più rilevante a livello semantico perché racchiude in sé le due direttrici del libro: se il teatro esiste, esistono contemporaneamente due spazi: quello della realtà e quello dell’illusione, quello della verità e quello della finzione. Non si può parlare di Dio senza tenere in bocca il nome del Diavolo, e viceversa. Il teatro è lo strumento che permette all’io lirico di proiettare all’esterno i suoi desideri, le sue ferite, le sue perversioni, di vederle danzare oltre i suoi occhi, anche con sofferenza, e di rendersi improvvisamente conto, proprio grazie a quella messinscena, di quanto essi siano reali. Plasmare i propri desideri al di fuori di sé è forse l’unico modo per esorcizzarli, per impedire loro di masticarci dall’interno. Inoltre, il desiderio si nutre di illusione, di un’intera architettura di illusioni: quante volte, come soggetti desideranti, abbiamo creato inganni e sotterfugi per incrociare l’oggetto del nostro desiderio in un determinato luogo, in un determinato momento, quante migliaia di istanti e di esistenze abbiamo consumato insieme al fantasma di qualcuno che non era (e non sarebbe mai stato) accanto a noi. Eppure possiamo dire che quelle esperienze non siano reali? Siamo davvero disposti ad affermare che la vividezza di quelle scene non divide niente con il nostro concetto di verità?

È vero d’altronde che nel concetto stesso di desiderio si annida un paradosso: il desiderio può muovere il soggetto che abita fino alla follia ma può anche non arrivare mai a toccare l’oggetto di quel desiderio. Il desiderio può sconvolgere un individuo senza che la realtà intorno all’individuo cambi. Quello che offre è una possibilità, se sia vera o falsa rimane un segreto.

Silvia Righi