Una domanda al poeta: Franca Alaimo

Franca Alaimo 1
 
 
Mezza bambina
 
La domenica era un rito il bagno
nella pila grande di legno,
la stessa del bucato,
lo stesso sapone di marsiglia.
Lei mi lavava con ferocia
come volesse sgusciarmi
dal mio breve passato:
solo un nudo gheriglio
senza pellicola e mallo.
E se dicevo “La mamma di prima
m’immergeva nell’acqua del fiume:
era così bianca, così bella”,
lei mi sfregava con più ardore
come un vestito da smacchiare,
ripetendo “È stato solo un sogno,
un sogno vano, o figlia”.
E quando l’acqua sembrava uno stagno
lattiginoso di scaglie di sapone,
io dicevo “Guarda, mamma,
sono la tua mezza bambina”,
E lei, allora, recitava Dante
dalla cintola in su tutto ‘il vedrai
con un sorriso dolente
che galleggiava tra i fumi del vapore.
 
da Elogi (Ladolfi Editore, 2018)
 
 
 
 

Una poesia che si nutre di pietas, di tenera empatia. E di un senso di vanità sotteso, doloroso ma non fratturante, un “sorriso dolente” che dice le rughe di una storia passata. Da dove viene questa pietas ma soprattutto quanto bisogno abbiamo oggi di ricordare che l’essere umano è anche questa pietas?

Alessandro Canzian

 
 
 
 

Carissimo Alessandro, ti ringrazio d’avermi posto questa domanda. La poesia è tratta da Elogi, silloge pubblicata da Ladolfi Editore nel 2018, che è una narrazione in versi degli eventi più significativi della mia vita (ma non solo). Adottata all’età di quasi quattro anni, conservavo perfettamente la memoria dei miei genitori e dei luoghi della mia primissima infanzia, cosa che addolorava profondamente la mia mamma adottiva, che avrebbe voluto strapparmi dalla testa ogni ricordo antecedente. Il titolo “Mezza bambina” allude al fatto che il mio amore per lei non è stato mai totale, che per me sono sempre esistite due madri da amare.
L’empatia è una forma d’amore nei confronti dell’altro con cui condividere il peso del dolore per meglio comprenderlo e alleggerirlo. Si tratta, insomma, di un gesto d’apertura che scardina l’isolamento egoistico. La pietas è il sentimento su cui si fonda la società umana con le sue leggi, i suoi riti, la sua cultura religiosa e filosofica: in questo senso fa scuola l’eroina greca Antigone. Anche la poesia (e l’arte in genere) non dovrebbe dimenticarsene: nella sua scrittura è già sottesa la necessità del comunicare, e nella successiva pubblicazione la gioia della condivisione con un pubblico di lettori. Per questo motivo gli scrittori fanno comunità “tenuta a simbolo esemplare, come scrive Neil Novello, di un incantamento della mente, di un sortilegio che trasfonde una medesima volontà che è anzitutto volontà di andare insieme”: insomma, pietas.

Franca Alaimo