Sanah Ahsan (Regno Unito) – eng/ita

lullaby
 
a fistful of hair
my mother tore
from a scalp
leaving little
open pores
to gather
around dried blood
she gave for
god’s corrections
slogged for what
she believed
was best for us
her palms hell’s
hands how they raised me
to hurt worse
i kissed them
like any child would
the fire waiting
around my forehead
             flushed with her father’s heat
my tiny, trying mother would
sing punch-
             lullabies in urdu
             a 3ml spoon of calpol
             me trusting the sweetness
the words             god heals
 

Estratto dalla raccolta I cannot be good until you say it (2024) e riprodotto per gentile concessione di Bloomsbury Poetry e Aitken Alexander Associates.

 
 
 
 
 
 
ninnananna
 
mia madre strappò
un pugno di capelli
da uno scalpo
lasciando piccoli
pori aperti
a raccogliere
sangue secco
offerto
per correzioni divine
sgobbava per ciò
che credeva
meglio per noi
i suoi palmi mani
d’inferno mi hanno cresciuta
per dolori peggiori
gliele baciavo
come farebbe qualsiasi bambina
il fuoco in agguato
sulla mia fronte
             arrossata dal calore del padre
la mia piccola mamma ostica che
con vigore cantava-
             ninnenanne in urdu
             3ml di sciroppo per la febbre
             e io che confidavo nella dolcezza
nelle parole             dio guarisce
 
 

Il delicato intreccio tra religione, ricordi d’infanzia e sacralità dei ruoli – quello materno e quello divino nello specifico – lasciano spazio nella poesia di Sanah Ahsan a vividi inserti della memoria resi attraverso un “flusso di coscienza alterato” (dalla febbre) che, anche nella traduzione, ha richiesto attenzione sia alla fluidità del linguaggio sia a intermittenze linguistiche capaci di riprodurre la vulnerabilità e le volute imperfezioni del soggetto poetico.
Sanah Ahsan – poeta – opera nel campo della scrittura, della psicologia della liberazione e dell’istruzione. La sua raccolta d’esordio, I cannot be good until you say it, è stata pubblicata dalla casa editrice Bloomsbury il 14 marzo 2024.

 
Traduzione e commento di  Piero Toto
 
 

© Foto di copertina: Naomi Woddis