Mario Famularo (Italia) – ita/eng



 
 
 
 
Nell’infanzia il primo fiore si
sostiene sul pendio dei nuovi
affetti, lievemente: non riesce a
immaginare quella roccia sgretolarsi,
il porto delicato farsi oceano e
smarrimento. Eppure è ciò che
avviene, per la furia degli eventi
che ci strappano all’origine, e
la fredda noncuranza che con
gli anni è più sensibile; l’istinto
suggerisce che è più semplice
annientarsi, farsi vento nella
polvere, schiuma tra le onde in
un deserto temporale. Ma il senso era
in quel seme, custodirlo con la
cura disperata del pregare, l’attenzione
che ogni cosa ha ormai perduto,
tranne questa: il dono della grazia
che sostiene chi precipita, voragine che
accoglie un destinato rifiorire.
 
 
 
 
 
 
In childhood, the first flower
holds onto the slope of the new
beloveds, mildly: fails to
imagine that rock crumbling,
the delicate port turned into an ocean
and dismaying. Yet it is what
happens, for the rage of events
that tear us away from the origin, and
the cold disregard
more sensitive throughout the years; instinct
suggests it’s simpler
to annihilate, to become wind in the
dust, foam in the waves of a storm
in a temporary desert. But the meaning was
in that seed, looking after it with the
desperate care of prayer, the attention
that everything has lost now,
except this one: the gift of grace
holding those who collapse, an abyss
that welcomes an intended blossoming.
 
 
Traduzione di Rocio Bolanos