Il settenario e il doppio settenario (versi con ritmo libero)

Il settenario e il doppio settenario (versi con ritmo libero)

Il settenario è un verso che presenta un solo accento fisso sulla sesta sillaba metrica.

Questo permette una grande libertà nel decidere dove posizionare gli accenti secondari, modificando notevolmente l’andamento ritmico della lettura.

Personalmente, prediligo i settenari di 2°, o al più di 1° e 3°, ma ogni soluzione è teoricamente consentita (evitando al più il contraccento di 5°: due accenti consecutivi, infatti, tendono ad indebolirsi e a spezzare un ritmo solido).

Si ricorda che il settenario rappresenta idealmente il primo emistichio dell’endecasillabo a majore, che, per l’appunto, ha il primo accento fisso sulla sesta sillaba metrica.

A ragion di ciò, è consigliabile, da un punto di vista eufonico, associare ai settenari endecasillabi a majore.

Ma è anche vero che un settenario di 4° può richiamare l’accento di 4° di un ipotetico quinario o di un endecasillabo a minore a lui vicino (magari con un ulteriore accento in 6° sede).

Ricordami l’autunno.

[Ri/cor/da/mi/l’au/tùn/no]

 

(piano)

L’autunno pur ricordami.

[L’au/tun/no/pur/ri/còr/da/mi]

 

(sdrucciolo)

L’autunno ricordò.

[L’au/tun/no/ri/cor/]

 

(tronco)

Sul doppio settenario, anche noto come martelliano o alessandrino, vanno fatte le stesse considerazioni sulla libertà degli accenti secondari svolte per il doppio quinario.

Gli alessandrini sono uno dei versi dalla maggiore forza ritmica, soprattutto se costruiti con lo schema di 2° sede. Questo lo schema generale:

 

(X°), 6° || (X°), 6°

(X°), 6° || (X°), 6°

E un esempio pratico:

Ricordi ‘l gesto infame che crudo mi colpì?

Corrotto ormai è il mio cuore da quell’infausto dì.

 

Mario Famularo