Continuiamo ad analizzare gli andamenti basati sui piedi della prosodia classica; questa settimana affronteremo i versi giambici.
Il giambo è un piede della metrica classica, adattato alla prosodia italiana dall’unione di una sillaba atona + una sillaba tonica (U –).
Pertanto, i versi canonici che possono presentare un andamento giambico, saranno:
- Il ternario, o trisillabo, (2°), che corrisponde a un singolo giambo;
- Il quinario giambico, (2°, 4°), che corrisponde a un monometro giambico (due giambi);
- Il settenario giambico, (2°, 4°, 6°), che corrisponde a una tripodia giambica (tre giambi);
- L’endecasillabo giambico, (2°, 4°, 6°, 8°, 10°), che corrisponde a una pentapodia giambica (cinque giambi);
- Il doppio quinario giambico (2°, 4°|| 2°, 4°), che corrisponde a un dimetro giambico (quattro giambi);
- Il doppio settenario giambico, (2° 4° 6° || 2° 4° 6°), che corrisponde a un trimetro giambico (sei giambi);
Per le regole dei versi doppi, cfr. l’intervento su ottonario e doppio ottonario. Su tali regole, dato il tenore dell’esercizio, si potrà anche essere meno rigorosi (in particolare sulla regola della cesura tra gli emistichi).
Traccia:
TEMA = libero.
SCHEMA = strofe a piacere per il numero di versi; minimo una, massimo dieci. Versi in rima, o sciolti.
METRO = usare esclusivamente versi giambici canonici, anche in combinazione tra loro, con qualsiasi tipo di schema o combinazione vi sia più congeniale. È naturalmente consentito usare anche un solo tipo di verso – ma non è questo lo spirito dell’esercizio.
Esempio:
L’industria de’ cretini è sempre attiva,
produce senza posa e alacremente,
che lì nessun riposa,
perché nel nostro mondo
c’è sempre più bisogno di cretini.
Mi chiedo: non ve n’è già in abbondanza?
Eh no, mi vien risposto,
lo scemo deperisce,
e basta solo un tipo più sveglio in mezzo a loro
che già la deficienza è compromessa.
E allora che facciamo?
Volete forse
il nostro mondo, intero, tracimare
di scemi in ogni dove,
e l’uomo intelligente condannare?
Non sembri tanto sveglio,
mi replican ridendo,
perché tra tanti fessi
rimane sempre salvo, e certo astuto,
quel tale che ne trae
vantaggi, soldi e fama,
quel tale che dei fessi è il produttore.
Mario Famularo