Felipe Antonio Rojas Román (Chile) – ita/espa

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El retorno

 

Se desatarán las sábanas
              al cielo falso.
Nos balancean marcando
el tiempo restante para
despegar de pensamientos
manipulados por aquellos
mismos que              hicieron los nudos.

 

 

  1. Un niño besa el aire: mejilla ausente de la madre que besa las flores ausentes del padre en el aniversario del primer sexo marchito.
  2. Vibran mis genitales como vibran mis plegarias en la vibrante escena del reencuentro.
  3. El aeropuerto está vacío lleno de gentes pero vacío mi corazón de quereres al resguardar el eco de tus proposiciones.
  4. La palabra se hizo carne enterrada al campo de mestizos conversos. Profetas que riegan el jardín de bienaventuranzas.
  5. Miserere miserere nobis. Bautizamos esos céspedes albergados en nuestros pies. Lastima la esperanza en el descenso más que la caída.
  6. Húmedos de libertad gemimos los que somos semillas de nuestros huesos.

 

 

 

 

 

 

Ritorno

Si scateneranno le lenzuola
              verso il cielo falso.
Ci fanno oscillare segnando
il tempo rimanente per
decollare dai pensieri
manipolati da quelli
stessi che              fecero i nodi.

 

 

  1. Un bambino bacia l’aria: guancia assente della madre che bacia i fiori assenti del padre nell’anniversario del primo coito marcio.
  2. I miei genitali vibrano come vibrano le mie preghiere nella vibrante scena del rincontro.
  3.  L’aeroporto è vuoto e pieno di gente ma vuoto il mio cuore di voglie quando protegge l’eco delle tue proposte.
  4. La parola divenne carne seppellita nel campo dei meticci convertiti. Profeti che annaffiano il
    giardino delle beatitudini.
  5. Miserere miserere nobis. Battezziamo quei prati riparati ai nostri piedi. Fa più male la speranza nella discesa che nella caduta.
  6. Inumiditi di libertà frigniamo noi che siamo i semi delle nostre ossa.