Tra polveri e pezzi di un vuoto affollato
Come un moto improvviso
fu il terremoto
a scuoter la terra
e onde e crolli e rumori di crolli
e grida di gente scesa in strada in pigiama
cercando l’attorno con sguardi braccati
cercando ragione, la conformazione
del paese crollato
tra polveri e pezzi di un vuoto affollato.
Nemmeno la chiesa
ha potuto granché: la facciata è in piedi
ma il campanile è già sghembo
e tutto il resto è pietrame.
Il prete in ciabatte consola chi può
e chissà quanto manca per sentir le sirene
i soccorsi arrivare per rimestar le rovine
per estrarre i corpi,
far la conta dei morti
o di chi manca l’appello.
C’è chi chiama, chi grida
o di lato chi tace guardando stranito
l’ecatombe presente
l’intuizione gelare lo sguardo, la mente:
da questo momento è finita la vita
Da questo momento si inizia daccapo
per come e dove si può.