Ezra Pound

Ezra Pound
 

Nella garzantina dei Canti Pisani di Ezra Pound (1977) c’è un’ottima introduzione di Alfredo Rizzardi, che conobbe il poeta (1885-1972), da cui prendiamo alcune citazioni. Nel canto LXXIV l’incipit: “L’enorme tragedia del sogno nelle spalle curve del contadino / Manes! Manes fu conciato e impagliato / Così Ben e la Clara a Milano / per i calcagni a Milano / DIGENES, ma il due volte crocifisso / dove lo trovate nella storia? / eppure dite questo al Possum: uno schianto, non una lagna, / con uno schianto, non con una lagna” (ultimo verso citazione da Eliot).

Nel flusso ininterrotto dei Cantos occupano gli undici canti dal LXXIV allo LXXXIV, scritti subito dopo la prigionia nel campo di concentramento di Pisa e pubblicati nel 1948 con il titolo di Canti Pisani, dove con sé aveva solo i ricordi. Dal canto LXXX: “Les hommes ont je ne sais quelle peur étrange / disse Monsier Chisarà, de la beauté/ La beauté, “Il bello è difficile, Yeats”, disse Aubrey Beardsley / Quando Yeats gli chiese perché disegnasse degli orrori/ o almeno non dei Burne-Jones / e Beardsley sapeva che stava per morire, e che doveva / far centro in fretta / ecco perché non più B-J nella sua produzione. / Tanto difficile, Yeats, il bello è tanto difficile.” E poi : “amo ergo sum” (LXXX) “nulla conta tranne la qualità dell’affetto” (LXXVI e LXXVII) e nel canto LXXX: “Très tard, très tard je t’ai connue, la Tristesse / Ho avuto l’indifferenza della giovinezza per sessant’anni”. Nel canto LXXXI: “Quello che veramente ami rimane / il resto è scorie. / Quello che veramente ami non ti sarà strappato / Quello che veramente ami è la tua vera eredità”.

Pierangela Rossi

 
 
 
 
Dal Canto LXXIV
 
L’enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del contadino
Manes! Manes fu conciato e impagliato.
Così Ben e la Clara a Milano
                 per i calcagni a Milano
Che i vermi mangiassero il torello morto
DIGENES, ma il due volte crocifisso
                 dove lo trovate nella storia?
eppure dite questo al Possum: uno schianto, non una lagna,
                 uno schianto, non una lagna.
Per costruire la città di Dice che ha terrazze color delle stelle.
Gli occhi miti, sereni, non sdegnosi,
                 fa parte del processo anche la pioggia.
Ciò da cui ti allontani non è la via
e l’ulivo che s’imbianca nel vento
lavato nel Kiang e Han
che bianchezza aggiungerai a questa bianchezza, quale candore?
“Tu che hai varcato le colonne al largo di Herakles
quando Lucifero cadde in N: Carolina,
se l’aria mite cederà allo scirocco
OY TIS, OY TIS? Odisseo
                 il nome della mia famiglia.
fa parte del processo anche il vento,
                                sorella la luna
Temi Iddio e l’idiozia della plebe,
ma una definizione esatta
                 trasmise così Sigismundo
                 così Duccio, così Zuan Bellin, o Trastevere con La Sposa
Sponsa Christi in mosaico fino al nostro tempo / deificazione di imperatori
[…]