Dopo avere visto come l’espressione può essere “potenziata” da riflessioni etimologiche e sonore, faremo un ultimo passo.
La nostra è un’epoca dove la visività è un valore immediato nella comunicazione, e pertanto forme come quella letteraria o poetica soffrono l’handicap di non poter offrire un’immagine (in senso visivo) diretta e univoca al lettore.
Molti sono, però, gli espedienti che consentono di dare plasticità al verso, per rendere un’immagine quasi “grafica”. Le riflessioni in tal senso sono davvero molte, e sono state spese molte parole in merito, soprattutto nel periodo neoclassico.
In tale corrente, infatti, l’aspirazione alla plasticità “classica” e alla definizione delle forme aveva un’importanza prioritaria.
Molti sono stati gli autori, anche in epoche precedenti, a sforzarsi di rendere “visivi” dei versi, quasi come in un quadro, o in una scultura.
In che modo? Prendiamo un esempio:
Il ratto di Proserpina – Giuliano Cassiani
Die’ un alto strido, gittò i fiori, e volta
All’improvvisa mano che la cinse,
Tutta in sé, per la tema onde fu colta,
La siciliana vergine si strinse.
Il nero dio la calda bocca involta
D’ispido pelo a ingordo bacio spinse,
E di stigia fuliggin con la folta
Barba l’eburnea gota e il sen le tinse.
Ella, già in braccio al rapitor, puntello
Fea d’una mano al duro orribil mento,
De l’altra agli occhi paurosi un velo.
Ma già ‘l carro la porta; e intanto il cielo
Ferìan d’un romor cupo il rio flagello,
Le ferree ruote e il femminil lamento.
Facciamo una versione in prosa e paragoniamola all’immagine proposta:
“La vergine siciliana (Proserpina) si strinse tutta in sé, per la paura che la colpì: lanciò un forte grido, buttò via i fiori, volgendosi verso quella mano che improvvisamente la prese. | Il nero dio (Ade) spinse la sua calda bocca coperta di barba ispida in un bacio ingordo, e le macchiò di nera fuliggine con la folta barba le guance bianche e il seno. | Lei, già in braccio al suo rapitore, spinse via il duro e spaventoso mento facendo leva con la propria mano, mentre con l’altra copriva gli occhi spaventati. | Ma già la carrozza la porta via, e intanto il cielo ferisce di un rumore oscuro il colpevole tormentatore, le ruote di ferro e il lamento della donna.”
Lascio a voi ogni valutazione sulla capacità di descrivere i colori, il movimento, la plasticità delle immagini e della dinamica del fatto.
Traccia:
TEMA = un gruppo statuario a scelta.
FORMA = sonetto.
REQUISITI = rendere nel sonetto la plasticità del movimento e la descrizione visiva del gruppo statuario scelto.
Esempio:
S’approssima smanioso ‘l divo Apollo
Dal desiderio tutto preso e avvinto;
E ‘l palmo presto ‘l fianco molle ha cinto,
La ninfa contorcendo bianco il collo.
E supplica la giovane il rampollo
Del sommo Zeus, amante più convinto:
Dispera e grida, ma non è respinto,
E invoca i genitori a rompicollo.
Le dita che imploravan quasi il cielo
Repente trasfigurano in arbusto,
La chioma in saldi rami già sfumando;
E il tronco sulle cosce si fa velo,
La carne dolce e amabile del busto
Al dio con la fanciulla rinnegando.
Mario Famularo