In uno degli ultimi esercizi sull’espressione abbiamo evidenziato le suggestioni espressive scaturenti da una comune radice etimologica.
Cerchiamo di fare un ulteriore passo.
Il suono delle parole ha indiscutibilmente una carica di espressione, in grado di potenziare, indebolire, o in ogni caso, di ampliare o di circostanziare la gamma di significati, di sensazioni, di suggestioni che intendiamo imprimere al testo.
Per questo, un lemma, piuttosto che un altro, una combinazione di essi, saranno in grado, grazie al loro suono, di meglio definire lo spettro espressivo del testo.
Facciamo qualche esempio:
freddo – gelido – agghiacciante – raggelante
congelato – polare – glaciale – artico
Sono termini che appartengono alla stessa famiglia di significati, ma hanno tutti suoni diversi. Ad esempio, quelli con la radice “gel” danno un senso quasi di “vento” dato dalle vocali aperte, quasi cristallino (“raggelante”, leggetela piano), “agghiacciante” con l’assonanza delle tre a, e il gruppo duro “ggh”, ha un suo insistere che dà un senso di asprezza; “artico” è l’unico termine che, con la t e la c dura, ha un suono più netto, tagliente.
Naturalmente sono suggestioni, ma il testo ne viene inevitabilmente influenzato.
Traccia:
TEMA = il silenzio.
METRO = a piacere.
SCHEMA = a piacere.
REQUISITI = utilizzare più parole possibile il cui suono dia una suggestione di silenzio, di parlare sommesso, sottovoce. Evitare termini aspri, “rumorosi”, duri.
Esempio:
Sciogli le labbra
nel sibilo lento
notturno;
la nebbia d’intorno
si mesce leggera
ai profumi soffusi
del bosco.
Porgi l’orecchio
alla polvere asciutta,
gelida
ma senza peso;
lasciala muta
e osserva il respiro
che questo giardino
fiorisce e consacra.
Mario Famularo