Chandra Livia Candiani

Chandra Livia Candiani

foto di Salvatore Mayyarro

 
 

Per scrivere questo libro capolavoro, La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore, ci sono voluti 5 anni, dall’aprile 2008 al settembre 2013. È evidente anche leggendo il libro, che ad ogni poesia è sottesa un’ispirazione potente e semplice. Il tu di Chandra Livia è variabile, come giustamente si osserva nella nota, ma è sempre un tu, che coinvolge strenuamente, teneramente. C’è anche, tra le Mappe una Mappa per pregare.

L’autrice è nata a Milano nel 1952. Traduce testi buddisti e tiene corsi di meditazione. Ha pubblicato anche altre raccolte. Nel 2005 Io con vestito leggero, La nave di nebbia, La porta, Bevendo il tè con i morti, Fatti vivo.

Il lessico è sempre semplice e studiato, come sgorga dall’ispirazione. Una poesia più bella dell’altra.

Pierangela Rossi

 
 
 
 
L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.
 
 
 
 
 
 
Certe mattine
al risveglio
c’è una bambina pugile
nello specchio,
i segni della lotta
sotto gli occhi
e agli angoli della bocca,
la ferocia della ferita
nello sguardo.
Ha lottato tutta la notte
con la notte,
un peso piuma
e un trasparente gigante
un macigno scagliato
verso l’alto
e un filo d’erba impassibile
che lo aspetta
a pugni alzati:
come sono soli gli adulti.
 
 
 
 
 
 
Mi rapisco da sola
guardando tanti fiori
nati sul balcone
non certo per merito mio
giardiniere è stato il vento.
Mi spellano dettagliatamente,
la bellezza incide
con lo stesso nobile coltello
degli assenti.
Ricordo il turbine
della tua risata
alla mia confessione
che i fiori mi spaventano.
 
Ho un dolore giovane,
ci vuole pazienza,
attesa di un uccello
al bordo del campo
appena seminato.
Ti amavo di un amore umano
Come togliersi i vestiti la sera
E rimetterseli al mattino.
Nei giorni ora sterminati
ti scrivo una lettera invisibile
per dirti un percorso meraviglioso
una perla che rotola spedita
in un viale alberato
e trascina luce
con sé, trascina veglia.
 
Io vedo il mondo
attraverso la tua trasparenza,
vedo il suo atroce incanto
il suo fingersi ora opaco
ora risvegliato,
vedo il male che ci fa
il leggero del mondo.
Oggi i morti assomigliano ai vivi
Non telefonano non gli manco,
si stemperano nelle loro vite
senza volermi accanto.
 
 
 
 
 
 
Come se io bruciassi.
Come luce frontale.
Come ghiaccio traditore.
Come mondo di polvere.
Come sbucciata.
Come goccia di sangue
sul palmo,
come spina.
 
Mi tocchi.
Mi sbirci.
Non stringi.
Non tieni.
Sfiori.
Tremi.
Lasci.