Autobiography of Red – Anne Carson

Nel suo ultimo libro Float (Penguin Random House 2016), Anne Carson offre la propria visione della poesia in rapporto alla prosa: “se la prosa è una casa, la poesia è un uomo in fiamme che ci corre attraverso”.

Autobiography of Red (Alfred A. Knopf 1998 – in italia Autobiografia del Rosso, Bompiani 2000) è un romanzo in versi, è una casa che brucia di passione e senso di inadeguatezza. Attraverso il mito di Gerione ed Eracle traslato liberamente in chiave moderna, l’autrice ci conduce con ironia, immaginazione e ritmo incalzante nel mondo del desiderio e della diversità, creando l’effetto Carsoniano definito come il paradosso della distante vicinanza.

Gerione è un giovane mostro, un ragazzo rosso alato appassionato di fotografia, disperatamente innamorato di Eracle con cui intrattiene un’estenuante relazione che gli spezzerà il cuore. Nello scrivere la propria autobiografia, Gerione va alla ricerca della sua identità, tra viaggi in auto in Argentina, l’ossessione per i vulcani, una madre tristemente debole, il sesso, gli abusi e discussioni filosofiche.

Gerione è rosso, alato, impacciato, rappresentazione del desiderio adolescenziale e di ogni sua manifestazione all’origine. Eracle è bellissimo, carismatico, diretto e distaccato. Più interessato al sesso che all’amore, immagine di transitorietà e seduzione che conduce alla dipendenza.

Il rosso è un viaggio. “Negare l’esistenza del rosso è negare l’esistenza del mistero./ L’anima che fa questo, un giorno impazzirà”.

In un alternarsi di descrizioni e dialoghi, Anne Carson racconta della mortalità e del senso della vita, grazie ad un Gerione riflessivo, dubbioso e fragile.

E anche tu sei ateo? Disse Gerione. / Sono uno scettico. / Dubiti di Dio? / Beh più che altro gli do credito nell’avere il buon senso di dubitare di me. Cos’è la mortalità dopo tutto se non il dubbio divino che lampeggia sopra di noi? Per un istante Dio sospende il suo benestare e poof! Scompariamo. Succede anche a me frequentemente. / Scompari? / Sì e poi ritorno. Li chiamo momenti di morte.

L’amore è ricordo dell’amore che brucia come un fuoco acceso, la memoria una fotografia di stelle spentesi centinaia di migliaia di anni prima.

La fotografia è inquietante, disse Gerione. / La fotografia è un modo per giocare con la percezione delle relazioni. / Beh esattamente. / Ma non hai bisogno di una macchina fotografica per capirlo. Per esempio le stelle? / Mi vuoi dire che le stelle non sono realmente dove sono? / Alcune sono là ma altre si sono spente decine di migliaia di anni fa. / Non ci credo. / Come puoi non crederci, è un fatto noto. / Ma io le vedo. / Ne vedi il ricordo. / Abbiamo già avuto questa conversazione?

Gli esseri umani, le loro debolezze, le amarezze, le distanze, il destino fanno tutti parte di questo gioco incredibile che è la vita. Un gioco rosso. Un desiderio. “Siamo esseri meravigliosi. / Pensa Gerione. / Siamo i confinanti del fuoco. / Ed ora il tempo si affretta verso di loro, verso quello stare ritti fianco a fianco con le braccia che si toccano, l’immortalità sui loro volti, la notte alle spalle.

Nell’ultima intervista rilasciata al Guardian dalla Carson, alla domanda: – Ho letto del suo essere sempre stata affascinata dai vulcani. Come è iniziata questa passione?- La Carson, con stile minimalista tipico dei suoi famosi Short Talks, ironici e sfrontati, ha risposto: -un tempo dipingevo. I vulcani erano terribilmente semplici da disegnare-.

Anne Carson è poetessa, saggista, traduttrice e insegnante di lettere classiche canadese, vincitrice del premio T.S.Eliot con The Beauty of the Husband.
 

Ilaria Boffa