Presto lo distolsero i doni delle dee – Esiodo


 
[Calliope] infatti si accompagna ai re venerabili.
Colui che le figlie del grande Zeus onorino
E contemplino alla nascita tra i re di stirpe divina,
a lui sulla lingua versano dolce rugiada
e le parole sue dalla bocca scorrono dolci come il miele;
tutte le genti guardano a lui mentre decide i giudizi
con rette sentenze; e lui, parlando sicuro, con arte,
subito fa cessare grande contesa. E’ questo, infatti,
che fa la saggezza dei re: fornire in pubblica piazza
riparazione a chi abbia subito un torto, senza sforzo,
persuadendo con parole che sanno piegare.
Lui accolgono in festa, come un dio, quando avanzi
In assemblea, con dolce rispetto; e spicca, tra la folla.
Tale è il sacro dono delle Muse agli uomini.
Grazie alle Muse, infatti, e ad Apollo lungisaettante
Gli uomini in terra sono aedi e citaristi,
mentre i re sono tali in forza di Zeus; felice colui
che le Muse amino: a lui dalla bocca dolce voce fluisce.
E così, se qualcuno nell’animo abitato da pena recente
Nutrendo dolore inaridisca struggendosi in cuore,
ma un aedo servitore delle Muse canti le glorie
degli uomini di un tempo e gli dei beati che abitano
l’Olimpo, subito costui le sue miserie dimentica
né più ricorda le sue pene: presto lo distolsero i doni delle dee.
 
 

Esiodo, Teogonia, vv. 80 -30 – il dono delle Muse (trad. tratta da Utopia, Michele Napolitano 2022)