Nella beatitudine della ripetitività – Raffaele Niro


 
Destinazione umana
 
una volta mi chiesero come si scrive
al di là
senza sapere cosa fosse
una foglia d’aprile
vedere il cielo azzurro
e pensare che tutto sia ostile
dalle mani di tuo padre
alle strette di mano degli amici
leggiadre radici di un tempo
come le ragazze
 
eppure ci sono certi tagli della primavera
che ti sono concessi solo dalle terrazze
i figli chiusi nelle case
diventano alberelli che devi travasare
nel modo del mondo
a suo tempo
avvenire
a venire
a suo tempo
nel modo del mondo
diventano alberelli che devi travasare
i figli chiusi nelle case
che ti sono concessi solo dalle terrazze
 
eppure ci sono certi tagli della primavera
come linee della mano
la fortuna la tieni in pugno
basta usare la giusta energia
e la magia
di sapere tu chi sei
cosa fai
senza disturbare le rondini
che tornano
sempre
come il sole e l’infinito
del verbo amare
parole al di là della carne
nelle bare rotte
che indicano la destinazione umana
e le lotte
e le lotte
e le lotte
imperfette ma rette
ed è così che rinasce
non credere
 
non credere
 
 
 
 
 
 

Azzurro

a Maria Concetta A.

si espande il cielo
disegnato dalle matite di dio
di quell’azzurro che non torna
essenziale
perché corrotto dal sogno
della filosofica petizione di principio
che vuole
il primo giorno del mondo
armonico
circoscritto all’attimo della creazione
nella beatitudine della ripetitività
dell’orazione
di un accordo tra uomini
che diventa legge di gravità
in attesa della prossima catastrofe
o della rosa che sboccia in giardino
senza darsi pace
perché per il momento
bisogna essere primavera inoltrata
più in là si vedrà la luce cosa diventerà
intanto che un po’ tutti saranno fuggiti
dal peso dell’oscurità
tranquillizzando nella preghiera
stiamo tutti bene
stiamo tutti bene
stiamo tutti bene
 
amen
 
 
 
 
 
 
Tempo

a Filomena T.

α (alfa)
si prova a spostare i sogni
con le preghiere
perché la vita è un processo
a porte aperte
dove sono pochi gli uomini
senza tempo come Omero
o come Seneca
 
β (beta)
nel calendario degli uomini
comuni è bello leggere
la pace sui volti delle persone
quando capita
solo gli anziani che cantano
senza un motivo
restano bambini per sempre
 
γ (gamma)
ad ogni respiro
si sposta con un niente
un pezzo di sé
fino ad accorgersene
quando la pelle
inizia a conservare
pure le minute della vita
 
Δ (delta)
in un nonnulla
il vento cambia il taglio
dei capelli
e la forza non si misura
più con l’estate
ma con l’esperienza
della potatura primaverile
 
π (pi greco)
ciò che l’uomo desidera
non ottiene
perché il governo
e’ un’illusione
senza l’alibi dell’amore
col mistero dell’ignoto
e confermata natura
 
Ω (omega)
sono antiche strade
le gambe dei bambini
distratte dalla luce
di mondi diversi
senza frontiere
nell’eterno cielo
azzurro
 
 
∞ (infinito)
anche se in realtà
quando gli uomini
dicono tempo dicono
il nome di dio
 
e non restano
altre preghiere
da pregare
 
 
 
 

Raffaele Niro è nato a San Severo, in Puglia, nel 1973. Per la poesia ha pubblicato Viandanze. Poema umano (Raffaelli, 2022, 2023²); L’attesa del padre (Transeuropa, 2016, 2017² – Premio Minturnae); Lingua di terra (La Vita Felice, 2013); Carte d’identità (Sentieri Meridiani, 2011); Cartacanta (Edizioni Di Salvo, 2009 – Menzione Speciale Premio Montano). Sue poesie sono tradotte in Argentina, Austria, Cile, Messico, Nicaragua e Spagna. Per la narrativa è coautore di Inchiostro di Puglia (Caracò, 2015, postfazione di Nicola Lagioia), de I fuggiaschi (Stilo, 2013, prefazione di Franco Arminio), di Babel Hotel (Infinito, 2011, prefazione di Gian Antonio Stella) e di Rondini e ronde (Mangrovie, 2010, prefazione di Jean-Léonard Touadi). Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo, Lettere a Gaia. Le scoperte di un archeologo del futuro, per la casa editrice Les Flâneurs. Per la musica nel 2019 ha firmato il cd PANE dei Rione Junno per SoundFly/PugliaSounds/Self/Rhymers’ Club. Da alcuni anni conduce un laboratorio poetico di scrittura e lettura creative per bambini e ragazzi denominato il “Cantiere delle parole bambine”. Realizza videopoesia e documentari video-poetici tra i quali “Il canto del pane” di Varujan e Claudio Damiani – La Miniera che hanno ottenuto diversi premi e riconoscimenti.