c. 51
Lui mi sembra essere pari a un dio,
superare gli dèi (se non è profano),
lui che, a te davanti, incessantemente
ti guarda e ascolta
nel tuo dolce ridere, cosa che a me
strappa i sensi tutti (infelice): infatti
non appena te, o Lesbia, io vedo
non me ne resta,
ma s’impasta la lingua, in corpo scende
tenue fiamma, di un suono tutto loro
mi tintinnan le orecchie, e scende doppia
notte sugli occhi.
L’ozio a te, Catullo, procura danno,
l’ozio troppo ti esalta e fa smaniare
l’ozio, già, sia re sia città felici
ha rovinato.
Traduzione di Alessandro Fo
Fo, A. (2018). Gaio Valerio Catullo, Le poesie, testo, traduzione, introduzione e commento a cura di Alessandro FO, con interventi di Alfredo Mario MORELLI e Andrea RODIGHIERO. Torino Einaudi.