L’analogia (esercizio)


Prima di tutto, cos’è l’espressione in poesia?

È il modo di esprimersi, con particolare riferimento alle qualità, all’efficacia dello stile: nelle arti, si parla appunto di forza espressiva.

Naturalmente sono innumerevoli gli aspetti del linguaggio, della retorica, della sintassi, ecc. che attengono alle questioni espressive e all’efficacia espressiva, ma per rendere in modo molto semplice quello che andremo a trattare, possiamo riassumere così: questi esercizi avranno a che fare con la composizione delle immagini, con la suggestività e l’evocatività delle stesse, e con alcune figure retoriche, atte a rendere “grafico” il testo poetico, immaginifico nel senso “che crea immagini”, e dunque che stimoli l’immaginazione del lettore secondo il desiderio dello scrivente, al fine di “dipingere” con le parole, di riprodurre sensazioni e stati d’animo, conducendo alla memoria percezioni sensoriali o una combinazione di esse.

 

Inizieremo trattando l’analogia.

L’analogia è l’accostamento immediato di due immagini, situazioni, oggetti tra loro lontani per somiglianza, basato su libere associazioni di pensiero o di sensazioni, piuttosto che su nessi logici o sintattici codificati. La suggestione dell’analogia è dovuta alla sua illogicità, associando elementi totalmente dissimili.

 

L’analogia è cosa diversa dalla metafora e dalla similitudine. Nella similitudine c’è un rapporto di confronto diretto, con le particelle “come”, “simile a…”, ecc., mentre nella metafora manca l’associazione tra le due immagini, trasferendo direttamente il soggetto definito nell’oggetto della metafora.

L’analogia è l’accostamento di due immagini dissimili senza una comparazione diretta.

 

So che l’analogia potrebbe essere definita una particolare forma di metafora, ma per questo delimitiamo il campo a questo particolare rapporto:

 

A : B = C : D
SOLE : TRAMONTO = UOMO : MORTE

 

da cui “l’uomo tramonta”, o “il sole muore”.

 

TRACCIA:

 

TEMA = dall’alba al tramonto (per l’appunto).
STROFE = quattro terzine.
METRO = a piacere.
REQUISITI = un’analogia per strofa.

 

Esempio:

 
L’alba arrossisce in un timido sguardo,
luce che sfila le nubi leggera,
e mi sospira indolente il risveglio.
 
Questo del giorno è il momento migliore:
quando del mondo la lieve corolla
s’indora di lacrime, e ancora fiorisce,
 
sembra annientare la tenebra antica,
notte di brace che infiamma la vista
velando ogni cosa di buio vorace.
 
Pure il discreto crepuscolo tace
l’assenza di un definitivo silenzio,
bacio leggero d’un giorno che muore.
 

Mario Famularo