Il sonetto doppio e rinterzato (esercizio)

Bozza automatica 52

 

L’esercizio di questa settimana verterà su due particolari (e abbastanza simili) variazioni del sonetto: il sonetto rinterzato ed il sonetto doppio.

 

Queste forme alterano lo schema tradizionale del sonetto ABAB ABAB CDC DCD (o CDC CDC), inserendo alcuni settenari che ripresentano gli stessi accenti, o accenti ritmicamente compatibili.

 

Pertanto, avremo:

 

  • Sonetto rinterzato, quando ogni primo e terzo verso delle quartine, ed ogni primo e secondo verso delle terzine, è seguito da un settenario in rima baciata, secondo lo schema AaBAaB AaBAaB CcDdC DdCcD;

 

  • Sonetto doppio, quando ogni primo e terzo verso delle quartine, ed ogni secondo verso delle terzine, è seguito da un settenario in rima baciata, secondo lo schema AaBAaB AaBAaB CDdC CDdC.

 

Alla domanda: “è possibile usare altri schemi di rime come quelli ABBA ABBA CDE CDE, ABAB ABAB ABA BAB, ecc. ecc.?”, la risposta è naturalmente sì, ma non vorrei complicare troppo le cose, pertanto vi consiglio di aderire agli schemi proposti.

 
 

Traccia:

 

TEMA = libero.

 

SCHEMA = sonetto doppio con schema AaBAaB AaBAaB CDdC CDdC oppure AaBAaB AaBAaB CDdC DCcD, o, in alternativa, sonetto rinterzato con schema AaBAaB AaBAaB CcDdC DdCcD oppure AaBAaB AaBAaB CcDdC CcDdC.

 

METRO = gli endecasillabi dovranno essere a majore, con accento fisso in sesta sede, riprendendo gli accenti di sesta dei settenari. In alternativa, se userete endecasillabi a minore, con accento fisso in quarta sede, dovrete riprendere l’accento di quarta sede nei settenari.

 
 
Esempio:
 
L’amore per alcuni è una visione,
vissuta con passione
tra due teneri amanti che, d’accordo,
sostengono l’altrui idealizzazione
con cieca abnegazione,
rendendo il proprio lume cieco e sordo.
 
L’amore per talaltri è divisione,
non sciocca infatuazione,
di incarichi fissati in un preaccordo,
così da compensar l’imprecisione,
o la limitazione,
in un contratto lucido, ed ingordo.
 
Infine per qualcuno è derisione
di chi sospira lasso il suo balordo
tenersi ad un ricordo,
fastidio da scacciar con decisione.
 
Eppur di tali note non v’è accordo:
serpeggia silenziosa l’illusione
di tanta aberrazione,
e quando amor mi è vano, io l’assordo.
 
 

Mario Famularo