Il decasillabo è un verso che ha l’ultimo accento fisso sulla nona sillaba metrica. Gli altri accenti fissi sono sulla 3° e sulla 6°.
In un certo qual modo, è come se fosse un novenario con una sillaba atona in più all’inizio, diventando un verso con schema accentuativo 3°, 6°, 9°, piuttosto che 2°, 5°, 8°.
Ha un ritmo anapestico e, oltre che in composizioni di soli decasillabi, o alternato a novenari in strofe come quelle pascoliane, è utilizzato raramente, ad esempio nelle riproduzioni in metrica barbara delle strofe alcaiche.
“Se nel cuore sei stato tentato.”
[Se/nel/cuò3°/re/sei/stà6°/to/ten/tà9°/to]
(piano)
“Scese piano e poi giù se n’andò.”
[Sce/se/pià3°/no_e/poi/giù6°/se/n’an/dò9°]
(tronco)
“Scatenandosi fino al suo culmine.”
[Sca/te/nàn3°/do/si/fì6°/no_al/suo/cùl9°/mi/ne]
(sdrucciolo)
Un esempio di strofa:
Ogni tanto ritrovi il superbo
e vuoi dirgli “Anch’io fui ingannato”,
rivedendo nel suo rifiutare
quell’invidia che ti ha rallentato.
Mario Famularo