Corpo della gioventù – Alessandra Corbetta

Corpo della gioventù - Alessandra Corbetta

Corpo della gioventù, Alessandra Corbetta (puntoacapo editrice, 2019).

Corpo della gioventù (puntoacapo editrice, 2019 – noi di Laboratori Poesia ci siamo già occupati dell’autrice in occasione del 23esimo premio Ossi di Seppia, con una recensione di Alessia Bronico, qui), dalle parole della stessa autrice, è una raccolta sul tempo, sul passaggio da un’età all’altra e sulla tendenza a non accettare questo cambiamento di stato. I versi si fanno strada attraverso fessure, portano dentro una scintilla, un’esplosione prossima, imminente. Alessandra Corbetta ci consegna una serie di coordinate per muoverci in bilico tra sasso e poesia: il percorso è tratteggiato da sassi riacciuffati per non perdersi, per ritornare ad un corpo-casa, dopo aver rincorso l’unicità, il desiderio di non confondersi tra altri corpi.

Il libro è fatto di pieni e vuoti dove abitare, spazi che tengono dentro qualcosa, eppure mancano precisi riferimenti perché, come scrive Ivan Fedeli nella postfazione, “il quadro esistenziale [è] incompleto, splendidamente inespresso e [che] rimane lì, in attesa di coordinate certe, senso”. Il corpo potrebbe dunque essere quello della parola poetica che conserva intatta la gioventù, vincendo il tempo e mantenendoci vivi nelle domande che la poesia continua a porci, un corpo-culla dove riposare, un corpo-stazione che diventa luogo di incontri ripetuti nel tempo. Per Alessandra Corbetta il corpo che ci viene consegnato alla nascita è dunque uno strumento in continua trasformazione che ci consente un profondo contatto col mondo e con l’altro, uno strumento di misurazione del tempo, segnato esso stesso dal tempo. La conoscenza passa attraverso il corpo, riconoscersi allo specchio sarebbe la vittoria, una volta compreso da quale parte rivolgere lo sguardo.

Michele Paoletti

 
 
 
 
Blu
 
(a Camilla)
 
La rincorsa all’unicità
sfinisce
Dicono che la nostalgia m’appartenga
come l’esile equilibrio del fenicottero,
sicuro su una gamba sola. Il blu
sa essere tremendo
ma perdonerà questa fase rosa
di mattoni e nubi.
L’unicità è lì sospesa
tra l’onda e la sua schiuma:
 
il blu è atroce, ora lo sai. Ha per prezzo
il lancio folle della moneta,
caduta a terra
nel cappello del mendicante.
 
 
 
 
 
 
Senza quasi
 
Al nome più bello del mondo risponde
la schiena forte dei tuoi anni
le glorie
mille colori trasportate come dal mare
le conchiglie
e la sfilza di cose da fare, le cameriere
a cui di nuovo toccare la mano
 
É buio nel fondo
del tuo nomade andare fiero
di lupo per questo
il mio amore non può essere
che pupilla nerissima
in costante dilatazione
per ogni riva ogni stazione dove
ci incontreremo ancora e ancora e ancora
 
senza quasi.
 
 
 
 
 
Corpo della gioventù - Alessandra Corbetta 1
 
Drummer
 
Guarda questo cielo, questo cielo
così eterno e adatto
a tutte le stelle che tiene ognuna
come fosse unico astro
nell’universo
come fosse un momento il tormento
di non essere stella
e tutto il resto amore
 
Forse dentro il Carro Maggiore o
nel Carro Minore il battito
di bacchette perfette di legno
sarà la sola possibile
esplosione del canto
del mio oscuro cuore
scurissimo buio compreso
tra le tenebre e il suo
dolcissimo nome