Giuliano Ladolfi Editore

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Alessandro Canzian intervista Giuliano Ladolfi Editore
 
 

L’Editoria di Poesia sta vivendo un momento particolarmente felice a fronte di un interesse sempre maggiore per la parola poetica. Da anni articoli e blog parlano di una rinascita della poesia anche se, spesso, questo entusiasmo non corrisponde alle vendite. La vostra Casa Editrice, per quanto riguarda la poesia, come procede all’interno di queste due direttive (interesse/vendite)?

Questa affermazione mi lascia perplesso. Non parlerei di “Editoria di Poesia”, ma di “Editoria di scrittura in versi”. La differenza è sostanziale: si pubblica di tutto senza alcun filtro critico. Non basta andare a capo ogni tanto e infarcire il testo con qualche parolina melensa per attribuire allo scritto la definizione di poesia. Anzi direi che non si addice neppure la dicitura “scrittura in versi”, perché la quasi totalità scrive senza alcuna dimestichezza con la versificazione.

Questo fenomeno produce un’immensa serie di autori che, proprio perché pubblicati, credono che i loro testi possiedano valore.

La nostra casa editrice, sulla scorta ventennale del lavoro con la rivista «Atelier>», opera una selezione rigorosa mediante precisi criteri, più volte manifestati (cfr. i 90 numeri della rivista; i cinque volumi “La poesia del Novecento: dalla fuga alla ricerca della realtà”, il trattato scaricabile dal nostro sito atelierpoesia.it “L’estetica nell’Età Globalizzata”).

Non vediamo, pertanto, una “rinascita” della poesia, ma un preoccupante “declassamento” (cfr. gli ultimi convegni di Firenze e di Milano, da noi organizzati).

 

Spesso si dice che il costo utile a far vendere un libro è più alto del prezzo del libro stesso. Vi ritrovate di questo adagio? Quanto incidono le presentazioni sul vostro fatturato tenendo conto del rapporto costo/guadagno?

Il costo per la nostra casa editrice non possiede alcuna incidenza sulla pubblicazione di un’opera di valore. Quando il testo vale, iniziamo la procedura di edizione.

Le presentazioni senza dubbio sono il veicolo più importante per promuovere la raccolta di poesie.

 

Negli ultimi anni, anche nella piccola editoria, è emersa l’esigenza di capire cosa fa l’Editore. Di comprenderne cioè l’identità. Qual è la vostra identità specifica? Cosa sanno di trovare i vostri lettori nei vostri libri?

“Per noi vale il testo, non il nome” abbiamo scritto sulla presentazione della nostra casa editrice. La nostra identità sta nella nostra storia: 1996 fondazione della rivista «Atelier» con lo scopo di rinnovare la poesia e la critica italiana, basata su princìpi di valore: una poesia a misura d’uomo, una poesia che dalla tradizione sappia trarre la linfa per descrivere il presente e prospettare il futuro, una poesia che parli dell’uomo all’uomo, una poesia capace di aiutare il lettore ad allargare i suoi orizzonti culturali; una critica che esca dalle secche dello Strutturalismo, che sappia valutare in base a precisi criteri epistemologici.

I nostri lettori sanno di trovare nelle nostre pubblicazioni una selezione rigorosa, una particolare attenzione alla qualità, capacità critica, profondità umana.

 

Qual è il dato innovativo della vostra attività editoriale?

Il nostro dato innovativo? Aver contribuito in modo attivo, a partire dalla rivista Atelier», a far uscire la poesia italiana dal pantano dell’avanguardismo, neoavanguardismo, postromanticismo, neometricismo ecc., tutte tendenze del Secondo Novecento, e aver prospettato orizzonti assai più ampi e impegnativi. Stesso discorso sulla critica nei confronti dello Strutturalismo.

 

Editing sì o editing no in poesia?

La pubblicazione è il risultato di un lavoro congiunto tra autore ed editore-critico. L’intervento di quest’ultimo in senso propositivo è assolutamente indispensabile per un’opera di qualità.

 

Print on demand, Print on sale o tiratura definita?

Tiratura definita.

 

Anni fa una Casa Editrice era fatta dai propri autori. Sempre più spesso oggi si ha l’impressione che siano gli Editori, anche in poesia, a fare gli autori. Voi cosa ne pensate e come vi comportate in questa prospettiva?

La nostra casa editrice non va alla ricerca di autori. Sceglie accuratamente coloro che propongono lavori propri. In conformità al modus operandi in rivista, nostro compito è valorizzare coloro che possiedono precise doti poetiche, accurata preparazione e disponibilità a migliorare, soprattutto i giovani.

 

L’Italia è un mondo piccolo dove l’azione di un singolo o di un gruppo limitato di persone può provocare effetti sulla collettività per anni. Nell’Editoria di Poesia siamo passati dall’abitudine del contributo autoriale alla paura dello stesso anche grazie all’elenco di Writer’s Dream. Producendo di fatto la nascita di un modello editoriale ancor più dannoso (a parere di chi scrive) dell’editoria cosiddetta a pagamento. Si vedono editori (mi si perdoni l’impossibilità di mettere la e maiuscola in questo caso) pubblicare decine e decine di titoli nella consapevolezza che l’autore si comprerà alcune copie (invece di vendere 100 libri a un autore eap si vendono 10 libri a 10 autori noeap sotto loro stessa richiesta, anche grazie alla stampa digitale). Si vedono contratti che obbligano l’autore a vendere fino a 250 copie a nome dell’editore prima di mettere il libro stesso nel sito. E tutta una serie di contratti rigorosamente noeap accomunati dalla bandiera de l’autore è il miglior promotore di se stesso. Sapendo poi che le vendite di un libro di poesia sono spesso vendite del personaggio, e quasi mai del libro (e anche quando ci sono sono irrisorie, anche a detta della grande Editoria), come interpretate voi la contrapposizione libro di qualità / libro che si vende?

Per noi non esiste il problema. L’unico imperativo categorico è la qualità.

 

Una caratteristica positiva e una negativa dell’Editoria di poesia di oggi.

Difficile trovare una caratteristica positiva della contemporanea editoria di poesia. Per me è negativo che il valore letterario di un testo sia posto in secondo piano rispetto alla prospettiva economica.

 

Un avvertimento agli autori di Poesia, esordienti e non.

Leggete, leggete, leggete; scrivete e stracciate; pubblicate con parsimonia, dopo aver ascoltato i consigli di un esperto.